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LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazionidella pia ...

Da Eleonoraely
LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazionidella pia ...LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazionidella pia Suora STIGMATIZZATAAnna Caterina Emmerick 
80 – Il lungo viaggio dei Magi continua: in cammino verso il Giordano

 -Visioni della Veggente sulle tappe e le vicende del viaggio Da domenica 16 a martedì 18 dicembre.
Conclusasi la festa di Dedicazione, la domenica 16 e il lunedì 17 molti abitanti dei dintorni vennero alla grotta e fra essi anche medicanti importuni. Lunedì 17 giunsero due servi di Anna con viveri ed arnesi. Essi anticiparono di nuovo la prossima visita della Santa Madre. Maria aveva regalato ai poveri quasi tutto quello che possedeva. Giuseppe preparava la grotta per accogliere la visita di Anna e, secondo la visione di Maria, anche per l’arrivo dei Re. Lo vedevo ripulire le caverne laterali ed anche quella di Maraha in cui aveva messo tutte le provviste. Frattanto i Magi procedevano la loro marcia nel modo più spedito: disponevano di numerosi dromedari che hanno il passo più veloce dei cavalli. I Re adoperavano come unità di misura e di orientamento, la marcia di dodici ore al giorno. La sera tardi vidi i Magi con la loro carovana giungere in una piccola città composta da caseggiati sparsi senza ordine. Molte case erano circondate da alte siepi. Mi parve che questa fosse una cit­tà ebrea. Il luogo si trovava in linea retta con BetlemmeI Magi erano giunti nella città al chiarore lunare, guidati dal­la stella, mentre intonavano allegri canti devozionali. Sembrava che gli abitanti di quel luogo non vedessero la stella e che comunque poco se ne curassero. In ogni modo quella popolazione si mostrò buona e ospitale. Essendo alcuni viaggiatori già scesi dalle caval­cature, gli abitanti accorrevano per aiutarli ad abbeverare le loro bestie. Quest’episodio mi richiamò alla memoria i tempi di Abra­mo, quando tutti gli uomini erano allora così buoni e cortesi tra loro. Quando la carovana dei Magi dopo poco riparti, molti abi­tanti l’accompagnarono per un buon tratto fuori della città. La stella non risplendeva sempre, anzi si offuscava spesso, si illuminava solo quando i Re transitavano luoghi abitati da persone buone. Talvolta quando i viaggiatori la vedevano brillare di maggior luce, si sentivano profondamente commossi e credevano che nei dintorni ci fosse il Messia.
Martedì 18 dicembre
Questa mattina i viaggiatori hanno aggirato le mura di una tetra ed oscura città; poi, dopo un breve tratto di cammino, han­no superato un fiume che ha la foce nel mar Morto (forse l’Armon).
Da mercoledì 19 a venerdì 21 dicembre
Questa sera ho veduto la carovana dei Re giungere a Methane, presso Armon, frattanto si sono uniti alla carovana altre decine di mendicanti attirati dalla generosità dei Magi. Nella città convivevano piuttosto male pagani e Giudei, essi non si dimostrarono interessati alla storia del Bambino della sal­vezza e non vollero dare il permesso alla carovana di accamparsi dentro le mura. 
Infine concessero l’alloggio fuori dalle mura orien­tali. Con la massima ingenuità e schiettezza, i Magi narrarono ai curiosi la storia dell’Avvento tanto atteso dai loro antenati da cir­ca duemila anni. Con molta tristezza però notarono che nessuno era interessato alla stella. Quella sera la stella era circondata dalla nebbia, ma quando nel bel mezzo della notte ricomparve più maestosa e splendente di prima, allora i Re corsero fuori dal campo e, svegliati gli abi­tanti, la mostrarono, ma tra quelli che la guardavano stupiti quasi nessuno si vedeva commosso, anzi molti si sentivano adirati con i Re e pensavano solo di trarre vantaggio dalla loro ingenua gene­rosità. Quando i tre Santi Re si congedarono da questo popolo, la stella splendeva ancora tra le nubi. Nonostante la moltitudine si fosse stupita di fronte a questo splendore, nessuno aveva aperto il cuore alla devozione. I Magi pazienti, prima di allontanarsi di­stribuirono alla massa certi pezzetti triangolari di foglie d’oro e di grani di color scuro. Infine, scortati dagli abitanti, attraversarono la città intera, qui videro statue di idoli e templi; poi passato il fiume e attraversato un villaggio ebreo, proseguirono verso il Giordano. Ormai erano a poco più di ventiquattro ore di marcia da Gerusalemme.
81 – L’arrivo di Anna alla grotta. 
I tre Re passano il Giordano
Da mercoledì 19 a sabato 22 dicembre

Il giorno 19 vidi che Anna era in viaggio verso Betlemme, era accompagnata dal suo secondo marito, dall’ancella, da un servo e da Maria Heli. Avevano portato due asini carichi di doni e prov­viste alimentari. Trascorsero la notte non lontani da Betania, sulla strada che porta a Betlemme. 
Intanto Giuseppe aveva disposto nella grotta l’alloggio per gli ospiti, per questo motivo Giuseppe, Maria e il Bambino si ritirarono nell’altra caverna. Vidi molti curiosi giungere da Betlemme per far visita al Bambino; il Santo Neonato si lasciava accarezzare solo da alcuni senza difficoltà, mentre appena era toccato da altri piangeva e si dibatteva. Nell’altra caverna, dove erano traslocati, vidi il bambi­no Gesù giacere vicino alla Vergine in un cestello fatto di scorze d’albero; il letto della Vergine e il cestello col Bambino erano pro­tetti da una parete di vimini costruita da Giuseppe. Il sant’uomo dormiva in un angolo remoto separato da una piccola parete. Vidi Giuseppe portare a Maria dei cibi su un piattino ed un vaso con l’acqua.
Giovedì 20 dicembre
Anna ha portato molti doni: panni, tappeti e provviste di ogni genere per la Santa Famiglia. Profondamente commossa, Maria ha deposto il Santo Bambi­no nelle braccia di sua madre. Anna ha diviso la gioia con la sua diletta figlia accarezzando e baciando il Pargoletto divino. Il vecchio servo era assai umile e molto timido, l’ancella por­tava una lunga chioma ed era vicina a lui. Poi si sono prostrati tutti al suolo e, in estasi devozionale, hanno adorato il Santo Bambinello. Ho sentito la Madonna annun­ciare affettuosamente a sua madre l’arrivo imminente dei tre Re dall’Oriente, apportatori di preziosi doni.
Sabato 22 dicembre
Vidi Anna lasciare la grotta e recarsi in un altro paese, per fare una visita a sua sorella minore sposata con un membro della tribù di Beniamino. Non mi sovviene il nome di questo paesino ma vidi che consisteva solamente in alcune case.
LA VITA DELLA MADONNA Secondo le contemplazionidella pia ...Vidi i Magi allontanarsi di notte da Matanea e giungere a Bethabara; passarono di buon mattino il Giordano, ed essendo sabato, non incontrarono che pochi viandanti. Quando il fiume veniva attraversato da carovane intere, come in questo caso, i barcaioli fabbricavano una specie di ponte per traghettarle. L’operazione durò finché tutti passarono felicemente sulla sponda occidentale del fiume. Quindi la carovana dei Magi si snodò alla destra della città di Gerico senza toccarla, e, sebbene fosse in linea retta con Betlemme, continuò sul lato destro. Frattanto si aggregarono alla carovana altre cento persone. In lontananza mi apparve un villaggio bagnato da un torren­te. Sembrava che nella loro marcia i Magi dovessero passare per quel villaggio; li vedevo costeggiare per un lungo tratto la riva sinistra del fiumiciattolo mentre Gerusalemme appariva loro in distanza.
Poco dopo Anna Caterina disse:
Non sono entrati nel villaggio, ma si dirigono a destra verso Gerusalemme. Vidi infatti giungere i Santi Re dinanzi alle mura di Gerusa­lemme. La città ergeva arditamente le sue torri nelle regioni cele­sti. La stella brillava di pallida luce dietro le mura della città. Quanto più i viaggiatori si avvicinavano a Gerusalemme, tanto più si scoraggiavano perché la stella aveva perduto lo splendore ed era quasi scomparsa. Nel cielo della Giudea la videro solo rare volte. 
I Santi Re pensavano che nel paese del neonato Redentore l’avvenimento fosse conosciuto e celebrato con gioia. Ma non avendovi scorto alcuna manifestazione di giubilo, i Magi si sentirono afflitti, temen­do di restare frustrati nella loro attesa.

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82 – L’arrivo a Gerusalemme dei Magi
 – Erode è sconvolto
La carovana adesso aveva al seguito più di duecento perso­ne. Si erano unite alla medesima anche alcuni personaggi distinti. Vidi i tre Re che sedevano sopra i cammelli a due gobbe, ca­richi di bagagli. Le persone distinte procedevano su cavalcature assai veloci; non so se fossero cavalli o asini guarniti di preziose gualdrappe e redini adornate di innumerevoli catenelle d’oro. 

Entrati a Gerusalemme, il popolo fu assai sorpreso nel vederli. Quando i Magi esposero il motivo della loro venuta, si accorsero che perfino in questa città nessuno era a conoscenza della stella e del Santo Bambino. Tutti si dimostrarono meravigliati di questa sto­ria. Quando però i guardiani delle porte udirono l’offerta dei Magi di pagare lautamente l’ospitalità nella città, e che desideravano parlare al sovrano, mandarono subito ad avvertire Erode. Frattanto alcuni cittadini presero a deridere i Re. Tempo dopo, i Magi appresero con tremendo stupore che an­che Erode mai aveva sentito parlare del Santo Neonato, allora la loro afflizione aumentò. Ma dopo aver pregato, si sentirono subito pieni di fede e di coraggio; allora si affidarono a Colui che per mezzo della stella li aveva condotti in quel luogo. La carovana fu infine fatta entrare per la porta vicina al monte Calvario; i Magi e il seguito furono condotti in un cortile rotondo con abitazioni. Abbeverarono le bestie e poi le condussero nelle stalle, men­tre i bagagli dei Re e del loro seguito furono attentamente perqui­siti. Vidi poi Theodeko condotto segretamente al castello di Erode su un’altura. Erano le ore ventidue quando fu ricevuto da un cortigiano di Erode in una grande sala al piano terra. Al castello c’era una fe­sta, le sale erano illuminate e affollate di cortigiani, vidi donne in abbigliamento succinto. Il maggiore dei tre Magi espose tutto con naturalezza e pregò il cortigiano di domandare al suo sovrano se sapesse dove fosse il nuovo Re dei Giudei. Inoltre gli disse since­ramente che essi erano giunti fin qui per adorarlo, seguendo la stella inviata dalla Provvidenza celeste. Quando l’uomo informò Erode, questi ne fu assai spaventato. Dissimulando il proprio risentimento, il tiranno fece rispondere che non ne sapeva nulla ma avrebbe chiesto subito informazioni. Intanto i Santi Re, sconsolati, andarono per la città cercando di udire o vedere qualcosa, scrutando invano il cielo di Gerusalemme con la speranza di vedere la stella. Appena Theodeko si allontanò dal castello, Erode, rimasto sbigottito dalla notizia, fece convocare con urgenza i saggi e i sa­cerdoti. Era mezzanotte quando vidi i santoni con i libri della Legge recarsi al castello. Oltre venti eruditi e veggenti, vestiti di abiti sacerdotali ornati di piastre e con le cintole adorne di lettere, si erano riuniti in­torno ad Erode per esaudirne la volontà. Costoro mostrarono al sovrano un passo di uno scritto antico e gli risposero: “Egli deve essere nato in Betlemme di Giuda, secondo le parole del profeta Michea: “Tu o Betlemme, così piccola per essere tra i capoluoghi di Giuda, da te uscirà il Re che deve reggere il mio popolo in Israele” (cfr. Mi 5,1); Allora il tiranno impallidì; lo vidi recarsi con alcuni sacerdoti sulla terrazza del palazzo per scrutare il cielo e cercare la stella di cui aveva parlato Theodeko. Non videro nulla. Il sovrano dei Giudei fu assalito da una viva inquietudine, i dottori e i sacerdoti cercarono di acquietarlo dicendogli di non cre­dere alle fantasticherie di quei Re, della loro stella e del novello sovrano, se veramente fosse avvenuta una tal nascita i sacerdoti del tempio della città santa l’avrebbero già saputo.

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83 – I tre Re si presentano ad Erode e ripartono per Betlemme. – Domenica 23 dicembre.
Questa mattina Erode fece venire al suo palazzo i Re che fu­rono ricevuti in tutta segretezza sotto un atrio e poi introdotti in una sala. Quale segno di buona accoglienza, vidi vasi con ra­moscelli verdi e alcuni rinfreschi. Attesero un tempo, e appena videro apparire il sovrano nella sala si inchinarono e gli chiesero se avesse avuto notizie del nuovo re dei Giudei. Erode, che era accompagnato da alcuni saggi, cercando di nascondere la sua agitazione interiore, pose a sua volta domande ai Magi su quello che avevano veduto. Mensor allora gli narrò del­l’ultima immagine che era apparsa nella stella: cioè di una Vergine col Fanciullo dal cui fianco destro sporgeva un ramo che sostene­va all’estremità una torre con molte entrate. La torre si era a poco a poco ampliata fino a divenire una città, mentre il Bambino con la corona, la spada e lo scettro, era apparso sulla città stessa quale suo dominatore. Poi Mensor così concluse la descrizione di questa visione: “Allora noi vedemmo giungere in questo luogo tutti i sovrani della terra per prostrarsi e adorare il Bambino, perché Egli possiede un Regno che è superiore a tutti gli altri”. Erode gli disse: “Esiste una profezia analoga, la quale determi­na il luogo di Efrata, intorno a Betlemme, in cui potreste tentare di trovare il Bambino e adorano in silenzio contemplativo e sin­cerità!”. Poi il sovrano concluse manifestando il desiderio di udire la loro relazione quando fossero passati sulla strada del ritorno, “af­finché egli pure potesse colà recarsi e prestare il suo omaggio” (cfr. Mt 2,8). I Magi, senza toccare i rinfreschi e i cibi preparati per loro, andarono via in fretta dopo essersi accomiatati da Erode. 
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Essi ri­presero subito il viaggio alla volta di Betlemme, seguendo le istru­zioni della profezia accennata da Erode. Quando si misero in viag­gio, siccome vidi ardere le fiaccole, suppongo che fosse prima dell’alba. Molti mendicanti, che avevano seguito la carovana, si erano dispersi per Gerusalemme e non proseguirono il viaggio al segui­to dei Magi. Vidi il lungo corteo dei carri, cavalieri, cammelli e uomini a piedi, uscire dalla porta posta a mezzodì di Gerusalemme. Un gruppo di persone li seguì fino ad un ruscello vicino alla città. Passato il ruscello, i Re sostarono in attesa di vedere com­parire la stella; quando dopo poco questa apparve luminosa essi lanciarono grida di gioia e con lieti canti proseguirono la via. La stella, che di notte splendeva come un globo di fuoco, ora si distingueva appena in forma rotonda come quando si mostra la luna in pieno giorno. Spesso la vidi offuscata dalle nubi. La via diretta che da Betlemme conduceva a Gerusalemme, formicolava di viaggiatori che portavano numerosi asini carichi di bagagli. Credo che fossero persone che facevano ritorno a Gerusa­lemme dopo aver pagato l’imposta a Betlemme, o che si recavano al mercato o al tempio di Gerusalemme. La strada secondaria che invece percorrevano i Santi Re, era laterale a quella principale, più lunga e solitaria. Fu certamente per volere di Dio che giunsero la sera a Betlemme senza eccitare troppo la pubblica curiosità. Vidi la carovana avanzare al tramonto del sole sempre mantenendo lo stesso ordine: Mensor precedeva con tutti i suoi, poi seguiva il moro Sair; infine Theodeko, il più anziano dei Re.(continua)


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