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La vita di Giuseppe Garibaldi – 9

Creato il 09 giugno 2013 da Albix

La vita di Giuseppe Garibaldi – 9

9) La repubblica romana e la morte di sua moglie Anita, con il suo secondo esilio (1849-1858)

Quando Garibaldi, il quale si è sempre tenuto in contatto con i patrioti italiani, apprende i cambiamenti che avvengono in Italia ( le nomine liberali del papa Pio IX, l’ insurrezione nel Regno delle Due Sicilie ecc.), egli si mostra  desideroso di tornare in Italia,  tanto più che la pace sembra imminente a Montevideo. Egli lascia la Legione italiana nelle mani di Antonio Susin.

Nel gennaio del 1848, Anita torna a Nizza con i suoi bambini.  Garibaldi la raggiungerà  in aprile insieme con 63 compagni, mentre inizialmente erano 150 gli uomini che lo dovevano seguire.

Alla fine del XIX secolo, Montevideo avrà ben sei strade intitolate a Garibaldi e il Paese ha almeno cinque monument a lui dedicatii. Il 4 luglio 1907, il centenario della nascita di Garibaldi, il presidente José Batlle y Ordóñez ha decretato una vacanza e commemora una festa  nazionale di fronte a 40 000 persone. Il 2 giugno 1882, cinque giorni prima della morte dell’eroe, il  Círculo de los Legionarios Garibaldinos è creato; esso ancora esiste in forma di associazione.

L’Europa sta vivendo nel corso dell’anno 1848, una serie di rivendicazioni con cui le persone chiedono più libertà; questa epopea di libertà è chiamata la Primavera delle Nazioni.

E ‘iniziata in Francia e ha dato vita alla Seconda Repubblica, si estende alla Germania, Romania, Ungheria, Polonia e Austria. Gli stati della penisola italiana, lo Stato Pontificio, il Granducato di Toscana, il Regno di Piemonte e di Sardegna sono impegnati a concedere riforme costituzionali.

Milano durante le “cinque giornate di Milano”, vive pienamente  la sua rivolta contro l’Impero austriaco, che ancora detiene la sovranità sul  Regno Lombardo-Veneto,  riconosciutagli dal Congresso di Vienna del 1815. Re Carlo Alberto di Sardegna, inizialmente sostenuto da alcuni stati della penisola, sposa causa dei milanesi e dichiara guerra all’Austria.

Il nostro eroe va il 5 luglio a Roverbella in provincia di Mantova, a offrirsi come volontario con il re Carlo Alberto, che non mostra però alcun entusiasmo e si rifiuta di vederlo combattere a fianco dell’esercito regolare. Garibaldi si rivolge allora  al governo provvisorio di Milano, e viene nominato generale; lì  trova Mazzini. Anche se ci sono stati scambi di posta , l’atmosfera tra i due uomini è fredda; essi infatti si trovano su tracciati divergenti; Mazzini vuole la rivoluzione unitari e  repubblicana;  Garibaldi, pur di liberare Milano dal giogo austriaco,  è disposto a mettere da parte, temporaneamente, le idee repubblicane.

Garibaldi si trova a  Brescia con la legione che ha organizzato e che lui chiama “Battaglione Italiano della Morte”, quando la sconfitta piemontese di Custoza ha  luogo,  il 25 luglio 1848. Il 9 agosto 1848 un armistizio è stato concluso tra l’Austria e il Piemonte, ciò  che Garibaldi violentemente rimprovera a Carlo Alberto.

Garibaldi rifiuta di smettere di lottare, nonostante l’ordine del re e ha fatto appello ai giovani: “L’Italia ha bisogno di voi … Accorrete, concentratevi intorno a me.”

 Il 27 agosto Garibaldi è costretto però a scappare in Svizzera, poi in Francia a Nizza. D’Aspre, comandante del secondo corpo d’armata austriaca composta da 20.000 uomini, è impressionato abbastanza per lodarlo nel corso di un incontro con un magistrato italiano: “l’uomo che avrebbe potentemente servito la vostra causa, non è stato da voi  riconosciuto: il suo nome  è Garibaldi “.

Nel mese di settembre, Garibaldi fu eletto al Parlamento per il college Cicagna vicino a Chiavari; raggiunge Genova il 26 dopo aver attraversato varie località: dappertutto l’accoglienza è stata entusiastica.

Ne segue un periodo di incertezza: dove intervenire? Decide di andare in  Sicilia,  ma quando  è in cammino, apprende la partenza del Papa Pio IX . Infatti, dopo aver sostenuto la causa milanese, Pio IX ha fatto un voltafaccia e richiama le sue truppe, ciò che farà arrabbiare i patrioti italiani.

Pellegrino Rossi è nominato  capo del governo, ma viene assassinato il 15 novembre, ciò che apre la strada per la rivolta, la fuga del papa e la proclamazione della Repubblica Romana.

Il 12 dicembre 1848, Giuseppe Garibaldi entra in Roma. Il 21 Gennaio 1849 viene eletto alla Costituente della futura Repubblica romana,  organizzata intorno a un triumvirato con Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi.

L’8 FEBBRAIO 1849, la Repubblica Romana fu proclamata.

L’altro grande evento di marzo è la ripresa dei combattimenti contro gli austriaci da parte di Carlo Alberto e la vittoria austriaca a Novara (22-23 marzo 1849), che suggella la definitiva sconfitta dei Piemontesi, il ritorno dei confini a quelli di prima dell’inizio del conflitto e l’abbandono di Milano.

Papa Pio IX ha chiesto assistenza internazionale contro i repubblicani di Giuseppe Mazzini. Luigi Napoleone, ansioso di ottenere il sostegno dei cattolici francesi si riserva l’onore di restaurare il papa.  Il 25 aprile, 7000 uomini comandati dal generale Oudinot sbarcano a Civitavecchia.

Garibaldi, nominato generale di brigata della Repubblica Romana si dimostra il più brillante generale dell’esercito romano.

E ‘vincitore dei francesi, il 30 aprile, ma lui non può sfruttare  la sua vittoria, per ordine di Mazzini e per ragioni politiche. Garibaldi  rimprovera aspramente Mazzini per questo suo atteggiamento di rassegnazione contro i Francesi. Questo è il primo confronto tra i due uomini: da allora in poi Garibaldi preferirà mantenere le distanze nei confronti di quello che ormai  lui chiama il suo “padrone”.

Il 9 maggio, Garibaldi affronta con successo i napoletani prima di tornare a Roma a causa dei movimenti di Oudinot.

Le forze francesi sono portate a 30.000 uomini, ciò che renderà inutile  la resistenza dei repubblicani a causa della sproporzione di forze.

Di fronte a truppe francesi ben preparate ed attrezzate, resiste un mese, dal 3 giugno al 2 luglio in feroci battaglie, dove molti dei suoi amici tra cui Emilio Morosini, Luciano Manara, Andrea Aguyar perderanno la vita.

Egli diventa ferocemente anticlericale a causa della posizione del clero che si schiera compatto con i francesi e gli austriaci.

La stampa italiana e internazionale, seguono con simpatia le azioni di Garibaldi: viene descritta ogni fase dell’operazione,  e viene pubblicato un ritratto di Garibaldi, con il titolo “Garibaldi, il generale romano.”

Per quanto riguarda il quotidiano britannico The Times, ha mandato un inviato speciale che non nasconde la sua ammirazione per Garibaldi.

Con la fine della Repubblica Romana, Garibaldi rifiuta la proposta dell’Ambasciatore degli Stati Uniti di imbarcarsi su una nave americana e arringa la folla al grido  di “Chi ama l’Italia mi segua! “, con l’intento di portare la guerra in Umbria, Marche e Toscana.

Un certo numero di sostenitori va in esilio in Uruguay, grazie alla complicità del console uruguaiano a Genova.

Circondato dagli eserciti di diverse nazioni, Garibaldi attraversa l’Appennino . Inseguiti dalle truppe del Maresciallo Constantin Aspre, con soli 1.500 uomini, si rifugia nella Repubblica di San Marino il 31 luglio, dopo essersi dichiarato un rifugiato.

Egli riconosce che “la guerra romana per l’indipendenza italiana è finita.”

Sua moglie, Anita, che è venuta a Roma il 26 giugno e ha scelto di seguirlo nella sua fuga, vestita da uomo, si ammala. Tuttavia, con 200 uomini, ha deciso di unirsi a Venezia p’er  resistere  contro l’esercito austriaco.

Il 2 agosto 1849 Garibaldi prende in Cesenatico, 13 barche da pesca per unirsi con i suoi uomini;  Venezia cade il 22 luglio. Il 3 agosto, durante l’attacco di un brigantino austriaco, otto barche cadono nelle mani degli austriaci, 162 legionari sono catturati.

La salute di Anita è peggiorata: muore nella pineta di Ravenna il 4 agosto ed è sepolta lì.

La stessa notte, ha preso la strada per raggiungere il Regno di Sardegna. Dopo un lungo viaggio, il 5 settembre, ha raggiunto Chiavari, Liguria.

La Marmora, commissario straordinario di Genova per il Regno di Sardegna, ansioso di rendere Garibaldi politicamente innocuo, lo fa arrestare.

Il 16 settembre, si imbarca per Tunisi, è rifiutato  a Cagliari, e sbarca finalmente nel l’arcipelago di La Maddalena.

Sua madre è morta 20 marzo 1852.


Dopo lunghi viaggi durati più di cinque anni, tra il continente americano e l’Inghilterra
torna  in Italia e  si trasferisce a Nizza prima di acquistare, nel dicembre 1855, la metà dell’isola di Caprera (l’isola sarda della Maddalena) per il prezzo di 35.000 lire dal eredità che ha ricevuto dopo la morte del fratello Felice. Ha iniziato la costruzione di una casa con gli amici, e poi ha ripreso la sua vita come un marinaio. 

Nel 1857, si trasferisce a Caprera, dove si scopre un contadino piantando,  alberi di ulivo e un vigneto.

Nel 1865, ammiratori gli  compreranno il resto dell’isola.

 

…continua…


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