La vita “social” di ognuno di noi

Da Mriitan @MassiRiitano

Oggi ho letto un bell’articolo linkato da un amico che descriveva la vita di oggi alla luce di Facebook e dei social network in generale, ben scritto e che riportava a concetti semplici ma secondo me giustissimi, poi ovviamente la mia interpretazione è libera e magari errata.

Il concetto di fondo era che come per l’avvento della fotografia, anche il social network è divenuto un mezzo con cui la realtà è vista in modo diverso, non per forza meglio o peggio, ma diverso.

L’esempio è calzante. Chi utilizza una macchina fotografica con passione, (oggi in pratica tutti con l’avvento degli smartphone fanno foto, ma è cosa diversa la passione per la fotografia), sa per esperienza diretta che ogni volta che ci si muove in un contesto si vedono le cose come da un mirino di una macchina, si pensa a inquadrature, alla luce, a come può venire quel determinato scorcio, e in pratica un pò ci si dissocia dalla realtà che si sta vivendo, modificandola, cogliendo o meno dei particolari perchè intenti a pensare come un fotografo, e in qualche modo nel momento in cui quella sequenza di fotografie viene mostrata a qualcuno racconta la realtà come io l’ho vista e interpretata.

I social stanno facendo in pratica la stessa cosa, cioè ogni sequenza della nostra vita è scandita, o lo può essere, ovvio che dipende da quanto “social” vuole essere ognuno di noi, da “attimi” che possono essere condivisi.

Una localizzazione in un determinato posto, una frase letta su un muro, una canzone che in quel momento rappresenta il tutto, un fotografia che immortala un momento insieme, tutto può divenire un attimo “social”.

La nuova grafica di Facebook per rientrare in uno degli esempi più di moda, la cosidetta Timeline che presto tutti avranno, altro non è che un diario della nostra vita immortalata su un social, non più un semplice album fotografico di quell’evento, ma foto, pensieri, frasi, discussioni di un determinato periodo della nostra vita, dalla nascita “sociale”.

E quindi non diventa poi tanto utopico quello che era descritto nella serie televisiva Caprica di cui ho parlato qualche tempo fa, cioè creare una universo parallelo dove esiste il mio io virtuale costruito in base a quella che è stata la mia  vita “sociale” fino a quel momento, dove gusti, hobbies, desideri, paure e quanto altro sono state condivise.

Tempo fa pensavo che Facebook fosse un’oasi in cui la gente “disegnasse” la propria vita come bella, felice, dove si potesse far invidia ad amici e non per quello che si faceva e dove si andava, dove tutti erano pronti a inserire messaggi filosofici, dove era facile trovare frasi di amori eterni, persone che facevano bella mostra delle foto delle vacanze, dei viaggi e cose del genere. Il mio parere è cambiato in seguito a due episodi, il primo sicuramente più toccante e profondo, quando sono stato invitato a partecipare ad un gruppo, invitato da un’amica, un gruppo che lei stessa aveva creato per ricordare il fratello che era scomparso pochi giorni prima, fratello che ho conosciuto tantissimo tempo fa, per pochi attimi, ma partecipando al gruppo non posso far a meno di vedere come ogni giorno siano in tanti a scrivere due righe per ricordarlo, per segnare il loro dolore e in qualche modo essere tra loro vicini, quanto durerà non lo so, ma conoscendo lei durerà forse per sempre.

L’altro episodio, molto più semplice, leggero e banale riguarda anche in questo caso un amico, che lasciatosi con la ragazza non ha nascosto per nulla il dolore, manifestando stati d’animo diversi, cupi, bassi ma che rappresentano la realtà, magari un giorno guardando dalla Timeline quei momenti li ricorderà sorridendo, ma potrà ricordarli tutti, senza aver paura di dimenticare nulla.

Massi


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