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La vita tragicomica di un “cargiver”

Creato il 21 giugno 2011 da Blogsemiseriodimiriam

La vita si sa non è mai quella che ci si aspetta, e qualcuno di noi poi è perseguitato dalla sfortuna.

Avete presente la nuvoletta che fa piovere solo sul malcapitato di turno?

La vita tragicomica di un “cargiver”

Ecco penso che questa dovrebbe essere l’immagine del caregiver, quei milioni di persone che un giorno della loro vita si sono alzate e sono state gettate nelle fauci del sistema medico assistenziale. Non come malati ma come assistenti, coniugi, figli, parenti di chi è malato.

Tolto il dolore e lo choc, di cui una proprio non si riprende, inizia una discesa spesso tragicomica agli inferi. Di botto si DEVE diventare competenti in medicina, perché altrimenti i medici, bistratteranno sia il malato che te.

Si dovranno affilare le armi contro infermiere e segretarie per prendere appuntamenti e prescrizioni, perché poverine si scocciano quando hanno a che fare con i malati veri.

Si scoprirà in anticipo di come i medici spesso e volentieri carichino il caregiver di responsabilità, siamo a scelta i loro alleati, per far funzionare la terapia da loro prescritta, o i loro nemici se ci opponiamo in difesa dei nostri cari.

Incominciamo anche a perdere gli amici. Se parli e sei giù di morale ti dicono ma perché sei depressa! C’è di peggio! Se non parli, l’ovvio, non ci si deve tenere tutto dentro..

Il peggio è l’altra parte tragicomica. Nella fortuna di non avere un cancro o un tumore, ma una malattia cronica e invalidante, magari che non si vede e impietosisce, e beh non attira proprio molte simpatie. E che sarà mai! Si continua a vivere no! Chiedetelo ad un caregiver, quanto sia facile vedersi la vita rivoluzionata, trasformarsi in un paramedico part-time, continuare a lavorare quanto si può e continuare a vivere come prima….

Come si dice anche nella sfortuna si deve essere fortunati, se Angelina Jolie invece dei rifugiati fosse stata promotrice dei diritti del malato e caregiver avremmo pure un fiocco colorato a tirarci su il morale. Invece neanche questo, non buchiamo lo schermo, vuoi mettere un’orda di rifugiati con primo piano di bei bambini, contro malati e caregiver furibondi che la loro battaglia quotidiana è far quadrare i conti e le spese mediche?

La solidarietà invece viene da altri malati, ti dicono come fare per gli appuntamenti, medicine, quale medico evitare come la peste. E da amici e ex colleghi che anche loro sfortunatamente sono malati. Ci sono dei giorni che senza il mio amico D. non so come avrei fatto. Proprio vero, mal comune mezzo gaudio.

Se avete qualche esperienza tragicomica lasciatemela in un commento! Magari ne facciamo una bella collezione e la pubblichiamo online.


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