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La vocazione al martirio

Creato il 16 novembre 2010 da Silvanascricci @silvanascricci

La vocazione al martirio

Potrebbero esserci molte spiegazioni:

1) una congiunzione astrale negativa che perdura, ormai, da anni

2) un tocco magico rovesciato

3) una forte vocazione al martirio

4) una fifa porca di vincere

5) la volontà di rendere sempre più vero il detto che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo

5) un’incapacità profonda di capire

6) un’arroganza controproduttiva

Sto ciacolando sulla incredibile capacità che ha il PD di non azzeccarne una che sia una.

Lasciando perdere, per carità di patria, le raffinate intuizioni di Baffino di Ferro altrimenti chiamato D’Alema che ogni volta che apre bocca e fa una pensata mi terrorizza; perchè se ci pensate bene tutte le volte che Berlusconi era incamminato sul viale del tramonto è arrivato LUI a tirarlo fuori dai guai e a riportarlo alla ribalta.

Lasciando perdere Veltroni con la splendida trovata di non nominare mai, alle ultime elezioni, il nome del Berlusca chiamandolo con la bellissima circonlocuzione “il rappresentante dello schieramento avverso”.

Lasciando perdere Bersani che è stato un buon ministro ed un bravo presidente di regione ma proprio non ce la può fare come segretario di partito.

Lasciamo pur perdere tutti i rappresentanti nazionali più in vista ma non è che a livello locale siamo messi molto meglio; Milano è l’ennesimo esempio di una strategia sbagliata, di un arroccarsi su posizioni di apparato senza capire una cippa di quello che la base vorrebbe.

C’erano stati, prima, i casi esemplari della Puglia, di Bari, di Firenze senza parlare della mia città.

A Bologna, all’autocandidatura di Cevenini (che personalmente non mi piaceva) ma è molto conosciuto ed amato in città i capoccioni locali del PD avevano storto, tutti, il naso ed avevano già cominciato ad affilare le armi per proporre un candidato che rispondesse alle logiche di corrente, poi al Cev è venuto uno scarabaccino e come si era autocandidato si è autoeliminato.

Bon, fine della storia tutti contenti.

Ed invece no, perchè ecco che fa capolino Andrea Segrè, preside della facoltà di agraria, molto conosciuto, stimato ed apprezzato in città per parecchie sue iniziative sul riciclo del cibo, presidente del Last Minute Market Spin-Off Accademico, teorico dello sviluppo sostenibile, una persona giovane e piena di idee.

E ricomincia la rumba di mugugni e distinguo all’interno del partito che non apprezzano poichè Segrè è un rappresentante della società civile e poco manipolabile.

Tanto hanno fatto, tanto hanno detto anche su questo candidato che alla fine si è, anch’esso, ritirato dalle primarie.

Ecco, io un candidato come Segrè lo avrei votato contenta, convinta e soddisfatta non solo alle primarie ma anche alle elezioni vere e proprie.

Forse è per questo che non l’hanno voluto neppure prendere in considerazione, forse perchè sarebbe piaciuto tantissimo a moltissimi bolognesi; non si poteva correre il rischio che vincesse largo e con soddisfazione dei cittadini.

Se il PD vuole continuare a perdere continui così che la strada è perfetta.

Se invece vuole provare a vincere gli regalo un consiglio: state pensando ad un candidato? lo avete trovato?, bene cambiatelo immediatamente e sostenete felicemente una qualunque candidatura (magari un po’ di sinistra, che non guasterebbe), basta che sia stata proposta da altri.

Così, forse, ce la potrete fare.



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