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La volta che mi presero per cinese..

Creato il 17 agosto 2011 da Gianpaolotorres

La volta che mi presero per cinese..

non trovo le foto giuste…e siamo a Seoul..non si offenderanno i cinesi? 

 

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Ero alla cassa del supermercato stamane e la signora che mi precedeva diceva ad un’amica che il nostro è un mondo malfatto.

Dico,signora,scusi ma… guardando la signorina della cassa le sembra poi così malfatto?

Ahh no,vorrei ben essere al suo posto…ed io in quello del fidanzato aggiunsi,e la ragazzina svelta svelta ci fa…ah non ce l’ho.

Peccato.

Ma d’altro canto abbiamo ben  il 20 e passa percento di giovani disoccupati,tutti diplomati e laureati,che non sanno cosa fare tutto il giorno.Passate almeno a dare un’occhiatina,vi avviso io dove andare.

Da noi non ci sono le opportunità richieste dalle famiglie.

Ieri infatti ho incontrato un giovane cinese ben tostato dal sole mentre mi facevo il solito Deca,e gli domando sei stato al mare?

Risponde la barista ,cinese pure lei e mi fa,no,fà il mondariso e non capisce un acca di italiano.

Beh,io ad Hong Kong ho imparato un po’ di cantonese,ma il ragazzo è del nord e parla  mandarino,per cui non ci siamo capiti neanche in cinese.

Ma mi ha fatto specie vedere un giovane che ha dovuto fare una trasferta così lunga per un lavoro così duro e trovarsi totalmente spaesato lontano dai suoi affetti.

Anche le ragazze polacche son venute a volte a lavorare nei campi,oltre ai cinesi, come mi è successo di vedere nelle nostre risaie, ed i nostri piuttosto che guadagnarsi un pane così sudato,vivono sulle spalle di genitori tolleranti.

Io mia moglie l’ho conosciuta sui banchi dell’università.

Era israeliana e con rispetto,non passava inosservata.

La volta che mi presero per cinese..

A quell’epoca venivano tanti giovani stranieri a studiare in Italia e c’erano opportunità …da non perdere ma bensì da prendere al volo.

Dopo un po’ di mesi,arrivata l’estate mi dice che torna a casa per le vacanze,e mi invita ad andare a trovarla. Chiaro erano altri tempi e lei viveva con i genitori i quali non mi avrebbero visto di buon occhio mentre andavo all’assalto della figlia sul sofa della cucina mentre loro erano in camera da letto.

Per cui le mi disse,Paulo,c’è un kibbutz dietro l’angolo,ti ospitano gratis più danno 150 lire al giorno di paga,ma ti tocca far qualcosa per farti mantenere.

Nessun problema,le faccio,ottima idea,così possiamo comunque stare insieme.

Il biglietto aereo me lo offerse mio zio,quattro soldi me li diede mio padre,e partii a ventun anni.

Ora un kibbutz per chi non lo sa, oggi è un’entità economica quasi estinta,una cooperativa semi agricola industriale alberghiera,e chi tra i giovani nati ci vuole rimanere?

Vanno tutti in città ad aumentare il numero dei pesi morti della società attendendo un lavoro qualificato che non esiste più da nessuna parte,ma loro ci credono.

Io lemme lemme mi installai,ben trattato,curato,ed accudito e con in più il mio tesoruccio a fianco con cui alla sera ci facevamo le serenate ai bordi del Mediterraneo

In breve mi alzavo alle quattro del mattino come il mondariso cinese,e credetemi che lavorare d’estate a 40 gradi in una piantagione o sotto un pallone di plastica a mò di serra dove si coltivano le rose…c’è un’umidità da restare secchi

Ma avevo un ideale,palparmi la morosa anche nel suo Paese in vacanza,sapendo che avremmo avuto poi un bel futuro in Europa con due lauree come le nostre.

E così fu.

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 FINE


Filed under: Attualità,curiosità e costume, News e notizie dal mondo, Panem et circenses, Uncategorized

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