Il gol annullato al Catania era regolare, la rete della Juventus, invece, da invalidare per fuorigioco.
Due errori arbitrali, una doppia iniezione di veleno al campionato già malato.
Il nostro calcio è moribondo, steso su un campo d’erba avvizzito subisce passivo le angherie dei poteri occulti. Eppure, dal freddi spalti di stadi semivuoti sempre meno ospitali e dal caldo salotto di casa attraverso il costoso tubo catodico delle pay-tv, milioni di tifosi alimentano l’agonizzante ed amato sport con flebo di innocente amore.
Ogni week end si spera nel miracolo: basta un cenno, anche minimo per continuare a credere, un sintomo di ripresa, un’avvisaglia di cambiamento, qualsiasi cosa pur di sperare che il malato ben presto guarirà per tornare ad essere quello di una volta.
Purtroppo, però, ogni domenica i sogni fanno a cazzotti con la malefica Zebra: la prigionia è finita, il «mostro» bianconero è di nuovo a piede libero, pronto ad ammazzare le fantasie di milioni di innocenti.
Agisce senza pietà, colpisce indistintamente bimbi, uomini e donne. E’ scatenata, dopo essere stata ferita ha perso sangue ma non è morta, si è ripresa ed oggi è ancora più spietata di ieri. E’ affamata, cinica, alimentata dall’odio cieco dei perdenti. Una belva senza nessuna regola etica, un alieno che sta ammazzando l’intero ecosistema.

Il livello dell’attacco si è innalzato paurosamente, la Zebra è senza inibizioni, non teme la condanna, può contare su protezioni importanti e l’impunità eterna.
Ma nonostante tutto, ogni organismo quando attaccato reagisce, l’atavica legge della conservazione è il miglior scudo contro gli zoccoli insanguinati della bestia juventiva.
Colpisci «mostro», colpisci sempre più forte, gioca sporco, picchia pure, trafiggici con le tue scorrettezze ma ricorda: a noi veri tifosi, appassionati di sport, del bel calcio e del fair-play, non ci fai paura!
La nostra passione è incrollabile e resiste ad ogni colpo, anche i più sfrontati come l’ultimo uno-due consumatosi ai piedi dell’Etna.
La perfida Zebra non mollerà mai, nemmeno noi.
MMo