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La Zebra avvelenata

Creato il 29 ottobre 2012 da Webmonster @mariomonfrecola

Il gol annullato al Catania era regolare, la rete della Juventus, invece, da invalidare per fuorigioco.

Due errori arbitrali, una doppia iniezione di veleno al campionato già malato.

Il nostro calcio è moribondo, steso su un campo d’erba avvizzito subisce passivo le angherie dei poteri occulti. Eppure, dal freddi spalti di stadi semivuoti sempre meno ospitali e dal caldo salotto di casa attraverso il costoso tubo catodico delle pay-tv, milioni di tifosi alimentano l’agonizzante ed amato sport con flebo di innocente amore.

Ogni week end si spera nel miracolo: basta un cenno, anche minimo per continuare a credere, un sintomo di ripresa, un’avvisaglia di cambiamento, qualsiasi cosa pur di sperare che il malato ben presto guarirà per tornare ad essere quello di una volta.

Purtroppo, però, ogni domenica i sogni fanno a cazzotti con la malefica Zebra: la prigionia è finita, il «mostro» bianconero è di nuovo a piede libero, pronto ad ammazzare le fantasie di milioni di innocenti.

Agisce senza pietà, colpisce indistintamente bimbi, uomini e donne. E’ scatenata, dopo essere stata ferita ha perso sangue ma non è morta, si è ripresa ed oggi è ancora più spietata di ieri. E’ affamata, cinica, alimentata dall’odio cieco dei perdenti. Una belva senza nessuna regola etica, un alieno che sta ammazzando l’intero ecosistema.

 

La Zebra, lo spietato mostro bianconero

Il livello dell’attacco si è innalzato paurosamente, la Zebra è senza inibizioni, non teme la condanna, può contare su protezioni importanti e l’impunità eterna.

Ma nonostante tutto, ogni organismo quando attaccato reagisce, l’atavica legge della conservazione è il miglior scudo contro gli zoccoli insanguinati della bestia juventiva.

Colpisci «mostro», colpisci sempre più forte, gioca sporco, picchia pure, trafiggici con le tue scorrettezze ma ricorda: a noi veri tifosi, appassionati di sport, del bel calcio e del fair-play, non ci fai paura!

La nostra passione è incrollabile e resiste ad ogni colpo, anche i più sfrontati come l’ultimo uno-due consumatosi ai piedi dell’Etna.

La perfida Zebra non mollerà mai, nemmeno noi.

 

MMo



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