Le origini della coltivazione della zucca sono lontanissime ed incerte, qualcuno ritiene che il genere “lagenaria” (forma cilindrica lunga fino a due metri), sia quella arrivato per prima in Europa dall’India.
In particolare si ritiene che la loro terra di origine vada ricercata nell’Asia sud-orientale, da dove alcune specie sarebbero arrivate fino al bacino del Mediterraneo attraverso scambi commerciali mediati dalla Persia.
Forse con i navigatori feniciquando approdavano alle foci dei fiumi italici ,ma i primi in assoluto non si sa se fossero gli Egizi, gli Etruschi, i Romani, gli Arabi o i Greci.
Si ha notizia di semi di zucche del genere Lagenaria ritrovate in siti dell’Africa tropicale a sud dell’Equatore datati a quasi 10.000 anni fa, il che fa propendere per una origine locale di almeno una parte delle specie del genere in questione.
Gli stessi semi sembra compaiano nelle tombe egizie a partire dal 3500 a.C. circa .
Sia Discoride che Plinio chiamavano la zucca “il refrigerio della vita umana, il balsamo dei guai”.
Il poeta Marziale (40 –104 d.C.), ci lascia un divertente epigramma su di un anfitrione che usava solo zucche per elaborare ogni sorta di vivanda.
“….le zucche Cecilio
taglia in mille pezzettini.
Le mangi all’antipasto
te le da nella minestra
te le serve per pietanza
le mette nel contorno”.
La sua coltivazione non era solo a scopo alimentare, gli antichi Romani una volta svuotata della polpa e fatta essiccare, la utilizzavano come contenitore per il sale, latte o cereali o addirittura né ricavavano piatti, ciotole, cucchiai e i più fantasiosi né ricavarono persino uno strumento musicale, le maracas sudamericane. La Lagenaria Vulgaris, infatti, la classica zucca ‘vuota’ a forma di bottiglia a 2 globi, viene chiamata comunemente ‘bottiglia del pellegrino’ perchè accompagnava il Pecten Jacobeus, cioè la capasanta, sul bastone del pellegrino che si recava a Santiago de Compostela, lungo il cammino la cui tradizione è attestata almeno a partire dalla metà del IX sec.
Le zucche turchesche (genere “cucurbita”, quelle più buone e diffuse), vennero invece introdotte in Europa nel XVI sec. con la scoperta dell’America.
Quando Cristoforo Colombo portò in Italia diverse varietà di zucca; né arrivano varietà più disparate e di tutti i tipi: bislunga o rotonda, grande o piccola, verde, gialla, striata, rossa. Tuttavia non godette affatto di ottimo prestigio e venne comunemente ritenuto un cibo della bassa plebe.
La zucca inizialmente fu usata per sfamare il popolo contadino che col passare del tempo né ricavò sapientemente ricette prelibate. Le lunghe carestie fecero cadere i pregiudizi sulle zucche e iniziarono a essere apprezzate anche dalle classi sociali più abbienti. Anche se inizialmente di quest’ortaggio colpì la sua stranezza, ma finalmente aveva attirato l’attenzione del palato. Ci si accorse, infatti, che la sua polpa, diventava ottima se preparata con condimenti e aromi giusti, tantè che oggi si cucina in svariati modi, si può utilizzare per realizzare un primo o un secondo piatto e perché no anche per un dolce o confetture.
L’ origine del suo nome potrebbe derivare dal latino cocutia che significa testa; nel tempo il suo significato prima di arrivare al nome attuale zucca è stato trasformato da cocuzza a cozuccca (termine ancora utilizzato nelle lingue dialettali di alcune regioni meridionali
Nella tradizione contadina era uso tenere in casa una zucca come soprammobile, quale auspicio di felicità ed abbondanza.
Ad halloween è usanza intagliare unazucca a forma di testa come simbolo della storia di
Jack O’ Lantern .
Oltre alla parte leggendaria, ancora oggi questa pianta viene coltivata per i suoi frutti, dalle caratteristiche molto diverse a secondo della specie. La polpa, compatta e zuccherina ha proprietà lassative, diuretiche e rinfrescanti ed è usata in cucina come piatto a se, come ingrediente di minestre, risotti, pietanze e marmellate, oppure come ripieno di paste (e qui possiamo ricordare i famosi tortelli di zucca del Mantovano con ripieno di mostarda , amaretti ecc.)