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Lacrime dal cielo

Da Danilo Baccarani @dumbbac
Ci pensavo sabato pomeriggio mentre sotto una pioggia battente assistevo ad una partita di calcio di serie B.
Ero lì, come sempre, quando le maglie sono granata, ero lì come sempre per quel colore sanguigno, aspro, forte, viscerale.
Ero lì per una partita contro una squadra praticamente retrocessa, sull'orlo del fallimento, senza storia nè blasone.
E io ero lì, come tanti altri.
Perchè c'era il Toro.
E oggi, come ogni anno, sarò lì.
Da quando passeggiavo con papà nell'antistadio di quel tempio sfregiato che è il Filadelfia.
Da quando, durante una pausa pranzo consumai il mio pasto seduto sui resti delle tribune demolite da uomini senza memoria.
Pioveva a dirotto, come e' spesso accaduto in questo giorno, e feci quattro passi all'interno, calpestando il manto erboso.
Dal nulla, una nuvola benevola e un timido raggio di sole stopparono le lacrime del cielo e mi convinsero a fermarmi.
Lavoravo a pochi passi dal Fila e non potevo non trascorrere quei pochi minuti lì, nello stadio degli Eroi.
Due panini consumati nel silenzio della pausa pranzo più incredibile della mia vita: bene, dissi...ho mangiato con gli Eroi, posso rientrare in ufficio.
Quando mi alzai per uscire dal campo ecco la pioggia. Copiosa, pungente, cattiva.
Quel giorno c'erano pioggia e nebbia.
C'erano gli Invincibili su quell'aereo che tornava da Lisbona.
Onorarli e tenerne viva la memoria è necessario per chi ama quel colore sanguigno, aspro, forte, viscerale.
Pioverà anche domani.
E io sarò lì.
Perchè non è calcio.
Non è tifo.
E' rispetto. E' amore.

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