La scorsa settimana la responsabile della politica estera dell’Unione Europea, la baronessa Catherine Ashton, ha visitato l’Iran. Chiaramente, la visita è stata usata dal regime iraniano per glorificare i suoi leader e per sottolineare come, ancora una volta, l’Occidente si fosse piegato alla velayat-e Faqih. Peccato, però, che qualcosa durante la permanenza della Ashton nella Repubblica Islamica è andato storto: la rappresentante dell’Unione, infatti, si è recata a far visita alla madre del blogger Sattar Beheshti, torturato fino alla morte dagli agenti Pasdaran nell’ottobre del 2012. La notizia della morte di Sattar, da noi ampiamente diffusa, generò anche in Iran un moto di protesta e i Mullah furono costretti ad aprire una inchiesta. Ovviamente, i veri responsabili non vennero mai arrestati e il regime lasciò presto cadere l’inchiesta.
La visita della Ashton alla signora Gohar Eshghi ha rappresentato un affronto verso l’autorità. Un gesto sgradito che, come sempre, andava nascosto al pubblico al fine di evitare pericolose conseguenze. Ecco allora che i giornalisti al servizio degli Ayatollah si sono prodigatu per cancellare ogni traccia dello sgradito evento: qui sotto potrete vedere voi stessi come il quotidiano iraniano Javan – vicino alle Guardie Rivoluzionarie – ha completamente cancellato, grazie al computer, l’immagine della madre del blogger Behesti e la fotografia del figlio deceduto che, amorevolmente, teneva in mano.
Vogliamo qui ricordare la coraggiosa e solitaria battaglia che la madre di Sattar Beheshti sta portando avanti per far condannare gli assassini di suoi figlio. Sattar, è importante saperlo, venne arrestato per la sua attività in Facebook dedicata ai diritti dei lavoratori, da sempre calpestati nella Repubblica Islamica. La risposta del regime, come sempre, è stata completamente negativa: al contrario, sinora la mano insaguinata dei giudici iraniani si è abbattuta solamente contro il Dottor Reza Pourhaydar, il medico legale che per primo eseguì l’autopsia sul corpo di Sattar, denunciando la morte violenta del blogger. Reza Pourhaydar, si badi bene, è stato arrestato alla fine del 2013, quando il supposto Presidente moderato Rohani era già divenuto il nuovo capo del Governo iraniano da diversi mesi. Una nuova prova di come nulla sia cambiato all’interno della Repubblica Islamica e della necessità di riprendere la via del completo isolamento diplomatico del regime degli Ayatollah.