Magazine Cinema
Io ho letto di questo film per la prima volta qui e devo ringraziare il valente Simone che mi ha messo una curiosità incredibile riguardo a questo film.
Nonostante sia formalmente un mockumentary , format che ormai qui a bottega ha scassato abbastanza.
Lake Mungo dal punto di vista estetico è un vero mockumentary, cioè la simulazione di un vero documentario, non uno di quei soliti film in cui uno dei protagonisti maneggia la telecamerina simulando la visione in prima persona.
Anche qui si moltiplicano le fonti attraverso cui vengono catturate le immagini ( videofonini, macchine fotografiche, telecamere) ma servono solo per rafforzare le affermazioni di questa sorta di documentario.
Siamo quindi al livello della riproduzione di una storia inventata facendola passare per vera ( c'è una scritta all'inizio del film in cui si afferma che il film è ispirato a eventi realmente accaduti) e cercando di provocare nello spettatore la sensazione di assistere a qualcosa che è veramente successo.
Se si vede il film senza essere informati sulla sua natura non si capisce che è tutta fiction.
Quindi si tratta di un'operazione di adulterazione più sofisticata di quella a cui ci ha abituato il genere tanto di moda oggi.
La storia della morte di Alice è raccontata attraverso una serie di interviste (false) ai familiari e a coloro che hanno avuto un ruolo nella vita della ragazza, morta annegata. Ma questo è solo il punto di partenza.
Infatti la storia di Alice è ricca di moltissimi colpi di scena che naturalmente mi guarderò ben dal rivelare per non togliere il piacere della visione: la cosa che posso dire è che Alice, protagonista del film è in realtà un personaggio che fisicamente non c'è ma è una presenza incombente su tutto quello che accade.
Ed è anche un personaggio che subisce dei cambiamenti repentini, quando si apprendono certi fatti a lei connessi.
L'unica cosa che posso dire senza spoilerare più di tanto è che tutto nasce dalle apparizioni "fantasmatiche" di Alice in fotografie o filmati riguardanti la casa e la famiglia.
Gli horror non mi mettono paura ma quando ho iniziato a vedere questo film, da solo , a notte fonda e nel silenzio totale ho provato un sottile senso di disagio che mi ha consigliato di interrompere la visione.
Lake Mungo è un qualcosa che ti entra sottopelle grazie al fascino malsano di una ghost story che definiremmo gotica se non fosse per l'ambientazione e il modo in cui è girata.
Ma soprattutto è un film in cui il regista e sceneggiatore Joel Anderson, qui all'esordio sulla lunga distanza , riesce a tenere sempre coperto il proprio gioco spiazzando continuamente lo spettatore centellinando le rivelazioni su Alice e sui personaggi che sono intorno a lei.
Sistematicamente la seconda parte del film demolisce le verità assodate , incanalandosi in un crescendo horror per arrivare a un finale che non esito a definire geniale, sia per le implicazioni che porta , sia per come riesce a chiudere il film perfettamente senza trituranti spiegoni finali, sia perchè evoca paura vera e non roba per ragazzini.
Impossibile restare indifferenti.
Lake Mungo è un film che contrappone un sofisticato impianto narrativo a un'estetica paratelevisiva anche piuttosto grezza, legata alla tecnica con cui è costruito il film.
Sembra un documentario e invece è uno degli horror più creativi degli ultimi anni.
Nonostante sia un mockumentary: ma per favore non accostatelo a robaccia come Paranormal Activity.
C'è la stessa differenza che passa tra la cioccolata finissima e la ....beh penso che mi avrete capito.
Eppure quello ha incassato dollari a vagoni mentre Lake Mungo resterà per sempre nel limbo degli aficionados.
( VOTO : 7,5 / 10 )
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