Lamento Ragionato sulla Tomba di Falcone
di Nicola Lo Bianco
Coppola e Di Girolamo Editore, 2010 Tp
Bellissimo. Una vera sorpresa questo libro di Nicola Lo Bianco, poeta e drammaturgo, che ci sorprende per il sapiente utilizzo del cosiddetto linguaggio parlato. Un linguaggio che non è né versi né prosa, né narrativa né canto ma è piuttosto una sorta di soliloquio, una conversazione allo specchio resa magistralmente. Una poesia non canonica per conversare con i morti “diversi”. Quei morti colpevoli della loro morte solo perché diversi dal comune e ipocrita sentire.
L’opera si apre con il “Lamento ragionato sulla tomba di Falcone”, un uomo strappato alla vita solo perché non compatibile con gli interessi di uomini di affari con troppe connivenze con il potere e troppe protezioni eccellenti. Attorno a questo nucleo ruota un universo di situazioni esistenziali che si concretizzano nella “Rapsodia del Centro Storico” dove viene ripreso il tema del diverso/omosessuale e della morte.
Completa l’opera la silloge “La testa agitata di Isidoro”. Sei composizioni in puro dialetto palermitano che hanno per protagonista Isidoro, maschera palermitana che da espressione e voce agli emarginati. L‘opera è arricchita da due prefazioni, una per mano di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, dal titolo “Giovanni Falcone simbolo di una città in cerca di giustizia”, una giustizia assente e lontana, e che vede nel “Lamento ragionato” più che una preghiera sulla tomba del magistrato, una speranza per il futuro. L’altra per mano dello studioso Cosimo Scordato dal titolo “Poesia come linguaggio degli esclusi”, protagonisti, in vita e in morte dell’intera opera.
Fara Misuraca
presso libreria Broadway, via R.Pilo, Palermo
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