Titolo: Land Grabbing
Autore: Luca Bortone
Editore: Kymaera Edizioni
Pagine: 253
Prezzo: 3,99 (ebook)
Trama:
L’integerrimo ispettore di polizia Diego Anastasi indaga sul brutale omicidio di un tecnico informatico. Grazie all’aiuto dell’agente speciale Giulia Ferri, una donna dal passato difficile e poco incline al rispetto delle regole, troverà collegamenti con il presunto suicidio di una studentessa fino a scovare un terribile progetto di land grabbing. L’ispettore non può immaginare che questo caso gli stravolgerà la vita, mettendo in crisi tutto ciò in cui crede e portandolo più volte a rischiare la vita.
Un thriller crudo, che esplora il labile confine dell’integrità morale, spesso piegato dal dolore e dalla sete di vendetta. Romanzo d’esordio del ticinese Luca Bortone, vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine, scavando nelle profondità dei sentimenti umani fino ai dubbi e alle domande più difficili da approfondire.
Recensione:
Va detto, innanzitutto, che Luca Bortone ha fatto un buon lavoro. Leggendo esordienti della piccola editoria è facile incappare non solo in storie che non decollano mai, ma anche in errori molto banali e basilari. Luca Bortone applica bene le regole della scrittura creativa: inframezza dialoghi con riflessioni intimistiche dei personaggi, azione con descrizioni. E questa è sicuramente una buona base per poter godersi una storia. Inoltre il testo è curato e scorrevole, quasi assenti i refusi, segno che anche la casa editrice ha dedicato attenzione alle fasi di editing e correzione bozze. Dovrebbero essere elementi dati per assodati sempre in una pubblicazione, ma visto che così non è, ci tengo a segnalarlo, prima di partire con una critica sicuramente anche legata al mio gusto.
La trama appartiene al genere thriller-poliziesco: abbiamo quindi un ispettore, un crimine e delle indagini. L’ispettore è Diego Anastasi, un poliziotto di Lugano, che è fondamentalmente una persona normale, non è infatti il super eroe che non sbaglia un colpo, e questo è un punto a favore dell’autore, perché dona una nota di realismo necessaria a calarsi nella storia.
L’omicidio da cui parte la trama è quello di un informatico e non sembra a una prima indagine esserci un qualsiasi movente per il crimine. Ad aiutare Anastasi compare l’agente speciale Giulia Ferri, che a differenza del poliziotto usa metodi meno convenzionali e che apre una nuova pista sulle motivazioni per cui l’informatico è stato ucciso.
In questa prima parte del testo, che non manca di inseguimenti e azione, vengono gettate le basi dell’intrigo internazionale da cui il romanzo prende il titolo. Il land grabbing – l’accaparramento delle terre in paesi in via di sviluppo ad opera di multinazionali il cui scopo è il proprio profitto e non certo la crescita reale di quei paesi, né tanto meno i diritti degli abitanti – è ciò che si cela dietro le morti violente su cui indaga la polizia. Il tema è attuale e interessante, ma sembra che l’autore abbia tirato il freno proprio in questa parte. Funzionano le due vittime (l’informatico e la studentessa presunta suicida), il modo in cui sono collegate, funzionano i moventi, la preparazione della svolta nelle indagini, tutto regge bene, ma poi il tema land grabbing si sgonfia con delle confessioni, in maniera un po’ didascalica, spostando l’attenzione più su chi ha materialmente commesso quei delitti che prediligendo un respiro internazionale e attuale della storia.
Questa è probabilmente una scelta dell’autore ma mi ha un poco delusa. La seconda parte del romanzo continua a funzionare, è ricca di colpi di scena e di azione, ma il tema di base cambia. Dall’intrigo si passa alla vendetta personale. Motivata, sicuramente.
Ecco, avevo forse aspettative diverse per lo sviluppo della trama, ma ho letto ugualmente con piacere.
Il genere non è ciò che leggo di solito, per cui alcuni degli altri difetti che ho trovato potrebbero essere imputabili ai miei gusti personali, però trovo che la trama (elemento fondamentale in un thriller poliziesco) sia ben congegnata. Poteva essere più d’effetto l’ambientazione, che pur se puntuale e corretta, non è particolarmente memorabile. I personaggi credo che per questo genere siano adatti, anche se in certi passaggi i dialoghi appaiano ancora un po’ ingenui, così come nella scrittura c’è qualche momento un po’ legnoso. Buone invece le scene d’azione, che ammetto di non apprezzare sempre, anche in scrittori ben più blasonati, perché mi ci perdo e fatico a visualizzare quello che è descritto. Tutto sommato, ritengo che Land Grabbing sia un buon lavoro, e leggerei volentieri una seconda prova di Luca Bortone.
Voto:
Nerina
Chi sonoBella domanda. Se fossi una filosofa riempirei pagine e pagine a questionare sull'essere. Ma non sono una filosofa. Amo scrivere, ma il più delle volte odio come lo faccio. Mi trovo bene fra i branchi di cani. Mi piace l'acqua. Bere dalla bottiglie e le piscine. Tutto qua ^^