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Landau fra fisica e politica

Creato il 06 aprile 2011 da Stukhtra

Una biografia chiara, onesta e (quasi) completa

di Marco Cagnotti

Landau fra fisica e politica
Due sono i libri di testo entrati nel culto degli studenti di fisica: “il Feynman” e “i Landau-Lifšits”. Tutti libri vecchi, vecchissimi, eppure sempre attuali e oggetto di sincera venerazione da generazioni di giovani fisici.

Il Feynman non è mai (che io sappia) stato usato davvero in qualche corso universitario, ma viene adorato perché… perché… perché beh, cazzo, è di Feynman! Ed è brillante, originale, bizzarro, illuminante. Sicché non serve ma tutti se lo comprano. Magari nella versione originale inglese, ché quella italiana è bilingue, ha le figure soltanto sulle pagine in inglese, ha un formato scomodissimo e insomma tutto sommato fa schifo. Io, tanto per fare sempre quello strano, possiedo l’edizione monolingua in francese.

Poi c’è… anzi ci sono i Landau-Lifšits. Tutta la fisica in… in… quanti sono i volumi? Boh! Io li ho tutti, penso, ma non ne son sicuro. Ne ho anche usato qualcuno per gli esami, visto che erano i testi adottati ufficialmente. Ovviamente non in originale. Tutt’altra storia rispetto al Feynman, i Landau-Lifšits. Sono rigidi, puntigliosi fino alla spietatezza, aridi ma completissimi, rigorosi ed eleganti. Ti fanno due palle così, ma ti formano, ti deformano e ci senti dentro la mano del genio. Lui: Landau, appunto.

Di e su Feynman girano biografie e autobiografie. Si sa che era un Dio della fisica, un puttaniere, un mostro di simpatia, di fascino, di apertura mentale, di amore per la vita. Ma Landau chi era? Finora l’unica cosa che sapevi era che era un genio. E poco altro, magari scovato ravanando dentro Wikipedia. Adesso però abbiamo anche una sua biografia in italiano.

Una bella, semplice, onesta biografia della vita di Lev Davidovič Landau, scritta dal fisico e divulgatore Fabio Toscano. Da cui emerge un personaggio divertente e rompicoglioni e geniale almeno quanto Feynman. Con l’handicap di vivere in un posto di merda, le palle per dirlo e la sfiga (cercata) di pagare le proprie opinioni con qualche mese alla Lubjanka. Toscano ha fatto un buon lavoro. La biografia è completa, accurata, precisa, ricca di riferimenti bibliografici: indizio di uno spulciamento certosino delle fonti. Purtroppo glissa sul lato umano, personale, affettivo di Dau. Che rapporto aveva con la moglie? La tradiva, e non se ne sa molto altro. Si vede che essere puttanieri fa parte dei tratti del genio (però se ti serve come giustificazione con tua moglie non ci contare: dev’essere una condizione una necessaria ma non sufficiente, visto che il mondo è strapieno di puttanieri coglioni). E che rapporto aveva col figlio? Conflittuale? Paterno? Assente, come Dirac? E coi genitori? Toscano non lo racconta. Non per propria ignavia o incapacità, posso immaginare. Probabilmente mancano fonti, documenti, testimonianze.

Comunque un’ottima lettura, che scorre veloce e aggiunge anche un po’ di scienza ben raccontata (a differenza della biografia di Majorana già recensita qui su Stukhtra) e un po’ di storia dell’Unione Sovietica. E che (finalmente!) ti illumina anche sulla figura di Lifšits (giustamente traslitterato Lifšic, ma qui usiamo la traslitterazione scelta dagli Editori Riuniti), il discepolo e coautore sul quale si sono interrogate generazioni di studenti (“OK, Landau era quel genio che sappiamo… ma chi cazzo era ’sto Lifšits?”). Rimane una domanda in sospeso: Feynman e Landau si incontrarono mai? La biografia non lo dice, quindi possiamo immaginare di no. Se fosse accaduto, sarebbe stato senza dubbio un confronto stimolante per loro ed emozionante per chi avesse avuto la fortuna di essere presente.

F. Toscano, Il fisico che visse due volte, Sironi

Piace: La completezza, la precisione, lo stile della narrazione. Gli approfondimenti di fisica e di storia.

Non piace: La mancanza del lato strettamente personale.

Voto: 8/10


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