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Lapo Elkann ha confessato, in un’intervista, di essere stato vittima di abusi sessuali da bambino. “I miei fratelli sono rimasti al liceo pubblico, e io, che ero il secondo di otto, sono stato spedito in collegio, dai gesuiti. L’ho vissuta come una vera e propria punizione”, “da quando ho compiuto 13 anni ho vissuto cose dolorose che poi mi hanno creato grosse difficoltà nella vita. Cose capitate a me e ad altri ragazzi. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Mi è accaduto, li ho subiti”. Nella sua intervista al Fatto Quotidiano, Lapo Elkann, nipote di Gianni Agnelli e pecora nera mediatica della famiglia, eterno ragazzone, vittima di eccessi, esagerazioni, eccentricità e costumi particolari, questa volta fa parlare di sé per una vicenda più umana e, se vogliamo, non certo di cronaca rosa. La rivelazione di aver subito abusi sessuali in un collegio di gesuiti riapre la pagina mai chiusa e mai dimenticata delle violenze subite da tanti minori negli istituti religiosi e delle inevitabili conseguenze sulla vita di quelle persone, che spesso non hanno mai raccontato o non hanno mai superato le loro esperienze traumatiche: “altre persone che hanno vissuto cose simili non sono riuscite ad affrontarle. Il mio migliore amico, che era in collegio con me per quasi 10 anni e ha vissuto quello che ho vissuto io, si è ammazzato un anno e mezzo fa“. “Non ne ho mai parlato prima anche perché voglio che questa storia serva a qualcuno. Sto pensando a una fondazione. Voglio aiutare chi ha passato quello che ho passato io. Parlare è giusto, ma facendo qualcosa di utile, di positivo”. Lapo Elkann ha però anche il tempo di parlare di politica e dopo la rivelazione di aver votato per Berlusconi nel ’94: “Nel suo lavoro aveva creato slancio e pensavo potesse replicare lo stesso schema in politica. Poi molto di quel che era stato promesso non è stato fatto e io non l’ho votato più”, ha parole di fiducia anche in Matteo Renzi, “all’epoca del mio incidente di percorso Renzi mi scrisse una lettera estremamente gentile e umana. Altri dissero cose più sgradevoli. Fini dichiarò che mi dovevo vergognare. Quando penso ai politici separati dalla realtà, appartati in comode salette e circondati da guardie del corpo, penso a gente come lui”.