L'isola di Laputa, fluttuante nel cielo
Pazu è un ragazzino che vive da solo, lavora in miniera e sogna di trovare Laputa, isola che galleggia nel cielo e che il padre aveva fotografato prima di morire. Nella sua vita piomba - letteralmente, cadendo dal cielo - Sheeta, sua coetanea in possesso di una misteriosa pietra blu che pare proteggerla nelle situazioni di pericolo. I due si prendono subito in simpatia, e Pazu si impegna ad aiutare la nuova amica, inseguita dall'algido colonnello Muska e dalla sgangherata banda di pirati di Dola, un donnone esuberante dalle lunghe trecce rosa.Laputa: il castello nel cielo, uscito nelle sale italiane il 25 aprile con il titolo Il castello nel cielo grazie alla solita, provvidenziale Lucky Red che l'ha distribuito con appena ventisei anni di ritardo, è il terzo lungometraggio diretto da Hayao Miyazaki. Se vi sembra che la storia sia familiare è perché sia la serie animata Il mistero della pietra azzurra che Atlantis della Disney sono esplicitamente ispirati a questo lavoro.
Il sensei dà qui il meglio di sé con incredibili inseguimenti e voli che sfidano le leggi della fisica, dando libero sfogo al suo amore mai celato per il mondo dell'aeronautica, che sarà poi celebrato con tutti i crismi in Porco rosso.
Miyazaki ci fa sfrecciare tra paesaggi incantevoli fino a farci sentire davvero il vento in faccia, a farci battere il cuore un po' più forte: chi si siede in sala entra in un'avventura che lascia a bocca aperta, adrenalinica al punto giusto, ma senza farsi mancare un tocco di romanticismo e di voglia di cambiare il mondo.
I personaggi principali sono descritti con pochi tratti essenziali, i loro caratteri delineati con semplicità, così da creare quasi delle figure emblematiche di un messaggio universalista di amore per la natura e spontanea solidarietà verso il prossimo, pur senza penalizzare la coinvolgente vitalità dei protagonisti. Così Pazu e Sheeta sono coraggiosi e idealisti, innocenti e ancora puri come solo i bambini possono esserlo, mentre l'antagonista Muska rimane un ritratto bidimensionale dell'ottusa smania di potere e della grettezza di certi adulti, incapaci di godere della bellezza delle cose e ossessionati dal desiderio di prevaricare sui propri simili. Dola e i suoi sottoposti, invece, sono un allegro baraccone in bilico tra avidità e buon cuore, in grado di sdrammatizzare le situazioni più nere e di aggiungere un rinfrescante lato comico.
Miyazaki non perde mai l'occasione per inserire nelle sue opere veri inni alla natura, uniti a critiche sferzanti verso il militarismo e le spaventose tecnologie da guerra in grado di distruggere in un solo colpo innumerevoli vite umane. La via da seguire è quella che ci riporta indietro alle nostre radici, alle cose belle perché genuine, ai gesti che non chiedono nulla in cambio, anche a costo di sacrificare parti di sé: la felicità che ne deriva è splendente come un cielo terso.
Voto: 9
Laputa è da sempre una delle mie opere preferite dello Studio Ghibli, a ogni visione mi commuove come se fosse la prima volta. Se non siete ancora stati al cinema a vederlo correte, andate, muovetevi, perché siete ancora qui? L'animazione giapponese è già così bistrattata da noi che supportarla quando ci è possibile è quasi un atto dovuto, quindi cercate la sala più vicina e portate la vostra dolce metà, il nipotino vivace, la nonna un po' sorda e l'amica fashion victim, portate tutti e passate parola!