Lars Kepler - L'ipnotista
Creato il 05 novembre 2012 da Drjekyllmisshyde
Credevo che questo romanzo di Lars Kepler non fosse granché. Stando alle fascette editoriali che lo acclamavano come il successore del titanico Stieg Larsson, mi aspettavo una subdola imitazione dell'autore della trilogia Millennium. Poi però mi son detto, questa è la Longanesi non la Newton Compton, che seppur sia un'ottima casa editrice, mi ha ingannato molto spesso con le sue fascette. Allora mi sono cimentato nella lettura, un pò ostica devo dire, poichè il formato .epub di questo romanzo presentava una pessima impaginazione, con capitoli non distinti, gruppi di quattro-cinque paragrafi inseriti in un altro contesto e poi ripetuti per due tre volte più avanti, e il solito problema degli accapi improvvisi. A parte tutto, la storia è ambientata in Svezia, ovviamente. Un ex ipnotista, Erik, viene interpellato per ricavare delle informazioni da un ragazzo a rischio di decesso in seguito a ferite mortali, dopo che la sua famiglia era stata trucidata. Ricorrendo all'ipnosi per risalire all'assassino, però, infrange una vecchia promessa, e per questo motivo si scateneranno delle vicende che vedranno coinvolto il suo figlio quindicenne, emofiliaco, il quale viene rapito. Si pensa che l'autore del sequestro sia l'assassino della famiglia. Così, Erik e sua moglie Simone, sull'orlo della separazione, si mettono ad indagare disperatamente, uno per conto suo, Simone con suo padre Kennet, ex poliziotto in pensione, ed Erik con il commissatio Joona. Come ho detto, gli eventi sono stati scatenati dal fatto che Erik ha praticato l'ipnosi, infrangendo una vecchia promessa, perciò scaverà nel suo passato per poter trarre indizi utili. Tra diverse sottotrame e false piste, il gruppo si congiungerà verso la risoluzione del caso, fino ad un finale che, seppur classico del thriller, presenta dei risvolti e delle dinamiche differenti dagli standard. Forse un pò infelice la scelta di Kepler di narrare il passato di Erik come se fosse una storia a parte: seppur possa facilitare la comprensione e la memorizzazione degli eventi antichi, spezza il ritmo alto del racconto, portando spesse volte a sbuffare e a chiedersi quanto duri ancora. Secondo me, sarebbe stato meglio, se vicende del passato fossero state raccontate a pezzi di pari passo con il corso della narrazione principale, in modo da non spezzare il ritmo e non stancare. Fortuna che basta il capitolo successivo a questo lungo flashback per ritrovare un ritmo anche più serrato.Altra cosa che mi ha fatto storcere il naso sono le reazioni umane alle vicende. A volte un pò troppo insensibili e inumane (a parte quelle di Simone, forse il personaggio con cui si empatizza di più), ma sarà che gli svedesi sono un pò così, apparentemente freddi e sulle loro. Magari Kepler avrebbe potuto giocare di più con i loro pensieri e le loro emozioni interiori.La cosa che mi è piaciuta particolarmente è che Kepler non prende per stupido il lettore. Intendo che non fornisce spiegazioni pedanti o delucidazioni sul comportamento e sulle decisioni dei personaggi o sullo svolgersi delle vicende (un pò à la Dan Brown, se mi capite, ecco). Lascia molto alla nostra immaginazione e intuizione, e proprio l'interpretazione, a mio avviso, è la chiave principale di qualsiasi racconto, seppur debba esser contestualizzata ovviamente. Ecco, questo l'ho gradito alquanto. Così come la trama e i paesaggi bianchi e magici della Svezia e della Lapponia. In conclusione, questo è un thriller come, assieme a Il tribunale delle anime di Donato Carrisi, non ne leggevo da molto tempo. Una ventata di aria fresca, o gelida (se mi passate il termine, trovandoci in Svezia), nel mondo del thriller. Consigliato!
Dr. Jekyll
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