Al Thomas & Mack Center, la selezione della D-League ha trovato la seconda vittoria nelle prime due partite superando i Clippers per 83-77, grazie al giocatore più divertente del torneo, la point guard Steph Hannah (14, 5 recuperi e 4 assist). Fondamentale per il successo anche Elija Millsap (21 e 7 rimbalzi), fratello minore di Paul; inutile invece lo sforzo del rookie dei Clippers Reggie Bullock (18).
Nessun problema per i Bobcats, che essendo perennemente una squadra da Summer League (direbbero i maligni) hanno superato i Mavs di Gal Mekel (11 e 4 assist) e Jae Crowder (16), gli ultimi a mollare dopo il -20 del primo tempo (86-80 alla fine). Sugli scudi il big man Cody Zeller (21 e 13 rimbalzi) e lo svedese da Vanderbilt Jeffrey Taylor (19). Tutto facile anche per i Lakers, vincenti su Portland guidati a Lester Hudson (15). Prezioso il contributo dell’ex Bologna Chris Douglas-Roberts, inutile invece quello della point guard McCollum (15), unico Blazers in doppia cifra assieme a Meyers Leonard (12) nel 81-63 finale.
Festeggia anche l’altro dei fratelli Zeller, Tyler, vincente con i suoi Cavs sui Grizzlies (69-58). Oltre all’ex Tar Heels (11 e 9 rimbalzi) a condurre Cleveland ci ha pensato Dion Waiters, una delle star del torneo, con 23 punti. Per Memphis si salva solo Jack Cooley, titolare di 20 punti e 9 rimbalzi.
I Pelicans cadono nella prima partita della loro breve storia per mano dei Bucks, 69-61, presi in spalla dal veterano Dominique Jones. Per New Orleans inutili le performance di Austin Rivers (15) e Brian Roberts (20).
Doppia-W in volata per gli Atlanta Hawks, allenati tra gli altri dal neo coach di Caserta Lele Molin, su Miami 75-71 grazie ai 19 punti di John Jenkins e alla buona prova del play tedesco Dennis Schroeder, autore di 9 punti, 8 assist, 4 rimbalzi e 4 recuperi; Ennis e James con 11 punti sono i migliori per gli Heat. Infine nell’ultima partita di giornata i Toronto Raptors hanno battuto gli Spurs 82-76 con un Jonas Valanciunas in grande spolvero autore di una doppia-doppia da 19+13 mentre non sono bastati i 16+6+6 di Cory Joseph.