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L’Italia sull’orlo dell’abisso finanziario. Purtroppo mai come stavolta l’avevamo detto. Da almeno due anni predichiamo in tutte le salse che questa classe dirigente è vecchia, corporativa, chiusa al mondo e alla globalizzazione. Provinciale, incompetente, immeritocratica e -in ultima analisi- perdente. Dei perdenti assoluti, capaci solo di rendere perdente anche il nostro Paese.
Ora non fanno nemmeno pena, mentre in conferenze stampa al limite del surreale dicono che va tutto bene. Negare l’evidenza supera davvero ogni fantasia. Sa troppo di presa in giro. Serve -ora più che mai- una classe dirigente nuova, giovane, innovativa, meritocratica, aperta al mondo.
Lo si sarebbe dovuto fare prima. Molto prima. Ora è già troppo tardi. Ma proseguire con l’attuale classe dirigente equivale a girare nel Grand Canyon a bordo di una Ferrari lanciata a 200 km/h, sperando di non cadere nel burrone…
Serve unire le forze giovani e migliori del Paese, tanto gli italiani in Italia quanto gli italiani all’estero. Il momento è davvero grave. Ma per fortuna queste forze esistono già. Chiedono solo di prendere in mano le redini di un Paese messo in gionocchio da un ventennio di cattivo governo.
Ho pensato di tradurre il messaggio con l’immagine realizzata dal mio omonimo designer, Sergio Nava. Ha aperto un gruppo Facebook, “Largo ai Giovani d’Italia”. Un gruppo aggressivo, il cui messaggio dirompente però è quello giusto, in questa fase storica. Davvero non ci si può più tirare indietro.
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