Laura Carlino: “Apic e museo del violino sono due bombe, ma ben diverse”

Non metterei insieme i due problemi, soprattutto se lo scopo è quello di minimizzarne uno sottolineando l’altro. In realtà sono due bombe, una – l’Apic – più o meno disinnescata, ma i cui effetti sono innegabili ed enormi; riguarda in maniera diretta la Provincia ma si irradia a cascata anche sul Comune di Cremona. E’ esplosa grazie alle denunce di Maurizio Borghetti tre anni fa e le conseguenze continuiamo a pagarle: in tutti i sensi. L’altra – il museo del violino – ha il timer caricato e probabilmente esploderà in mano alla prossima amministrazione, qualunque sarà, con effetti deflagranti. Ma non è corretto associare Apic e Museo del violino, quasi che l’incapacità di gestire il secondo potesse in qualche modo giustificare o diminuire le responsabilità della prima. Responsabilità che se non sono imputabili sul piano legale, sono sicuramente pesanti su quello morale.
Non credo che riaccendere i riflettori sull’Apic serva in qualche modo a distogliere l’attenzione dal museo del violino. Per la semplice ragione che – tranne in pochi ambienti di addetti ai lavori – questa attenzione ancora non c’è. Ai cremonesi non interessa. Quando se ne accorgeranno sarà tardi, e sarà tempo di pagare. Anche in questo caso: in tutti i sensi.
E comunque, se non TUTTI i problemi della cultura cremonese dipendono dall’Apic, questo è vero per una grandissima parte, a partire da ben prima che Torchio ne assumesse le redini: le responsabilità vere risiedono altrove! Ed è inutile cercare di nascondere questa verità.
Quel che è del tutto inutile, a mio parere, è continuare a piangere sul latte versato. Capisco le esigenze della politica politicante, ma ora sarebbe il momento di guardare avanti e di limitare i danni di ciò che sta per arrivare. Ma anche in politica, come nella vita di ciascuno, imparare dagli errori è una cosa che sempre si dice, ma mai si fa…

Laura Carlino

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