In un momento come questo di grande crisi economica e di fase recessiva completa, molte persone si interrogano iniziando a guardarsi altrove, alla ricerca di una possibilità di vita diversa.
Si parla spesso del fatto che ci riprenderemo perchè l'Italia ha risorse e talenti in tal senso, spesso però mi domando se questi stessi talenti hanno voglia di investire ancora in Italia.
Personalmente io non lo farei e per un motivo molto semplice, solo il fatto di avere una buona idea e volerla sviluppare, non vuol dire che in un paese come questo sia possibile farlo.
Solo il fatto di aprire una partita iva che come tale ci metta in regola con il fisco, vuol dire dover fare tutti i giorni i conti con un sistema che non premia ma pesa sul contribuente.
Pagare le tasse per avere un giorno una pensione? Anche amettendo che il paese sia ancora in grado di erogare una cosa del genere, riusciremo veramente a vivere con quella?
L'Inps che già attualmente è in difficoltà sarò in grado di erogare pensioni come tali consentano alle persone di vivere? Domande senza risposta nell'Italia di oggi.
Andare a lavorare all'estero sembra allora l'unica alternativa praticabile, per questo motivo si valuta una strada del genere tutte le volte in cui il mercato italiano non offre più prospettive.
Tuttavia oggi nel 2013 l'improvvisazione non è più una strada consentita, per questo stesso motivo prima di andare a lavorare all'estero sarà bene raccogliere una serie di informazioni che siano il più dettagliate possibili.
Quali professionalità vengono ricercate? Quali sono i paesi nei quali conviene valutare di trasferirsi? In che modo bisogna muoversi? Senza rispondere a queste domande, andare a lavorare all'estero resta una frase priva di senso.
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