I tempi cambiano e sappiamo tutti di come stia cambiando il concetto di lavoro. Da una parte si profila la tendenza a divenire sempre di più imprenditori di se stessi, dall’altra il lavoro dipendente tende ad essere inquadrato in un rapporto a termine. In aggiunta, data la crisi, abbonda una terza condizione, che è quella di disoccupato.
Chi non ha lavoro si affanna per trovarne uno e chi lo ha è spesso insoddisfatto e stressato. Oggi vogliamo posare l’attenzione proprio su questo aspetto: lo stress da lavoro. Il concetto di stress è facilmente comprensibile se spiegato con il meccanismo di:” lavoro a vuoto o giri a vuoto di un sistema: il sistema mentale”.
La psiche umana è fortemente improntata sulle leggi della vita, quali la sopravvivenza e il benessere nel movimento dell’ incessante divenire. Ogni essere sano tende a mantenersi in vita, a perseguire il proprio benessere nella danza perenne della crescita e il cambiamento . Nello stato di stress il soggetto va in sofferenza perché fallisce l’obiettivo del proprio appagamento o benessere, e di conseguenza la qualità della sua vita ne risulta danneggiata e più scadente; la crescita e il cambiamento personale divengono confusi e disordinati. Ogni sana azione mentale, capace di perseguire a livello psicologico la difesa del proprio stato in vita, l’appagamento personale e cambiamento positivo o crescita, deve opportunamente realizzarsi secondo quattro fasi: eccitazione, esecuzione, appagamento e riposo.
Nella fase di eccitazione vengono chiamati in causa i diversi apparati psicofisiologici che consentono l’allestimento dell’azione sia sotto il profilo fisico che quello mentale cui segue l’azione che si concretizza in comportamenti capaci di produrre lavoro, ma anche appagamento alternato da fasi di riposo. In qualunque esecuzione è necessario che l’appagamento sia direttamente correlato all’azione stessa. Nel lavoro, spesso, non si realizza appagamento perché le aspettative sono incoerenti con l’azione che si esegue; supponiamo un’azione lavorativa che consista nel riempire ogni giorno un certo numero di moduli per inoltrarli ad altro operatore, oppure una qualsiasi altra azione di routinaria, e supponiamo che l’aspettativa del lavoratore (appagamento) sia: "diventare importanti o diventare ricchi e acquisire prestigio", o ancora "aumentare la propria considerazione da parte degli altri". È evidente come l’appagamento in questo caso non si realizzi a causa dell’ incongruenza fra prestazione ed aspettativa; ne consegue che il soggetto va in frustrazione e di conseguenza sotto stress accusando il lavoro del suo malessere.
Lo stress è facilmente gestibile ed evitabile se per ogni nostra azione riusciamo ad aspettarci esattamente quello che l’azione stessa ci può realizzare; se seminiamo fragole possiamo aspettarci al massimo di raccogliere fragole! Cosa meravigliosa a dir poco. Il lavoro che facciamo rappresenta la modalità espressiva personale più completa e significativa; lavorare sano e pulito, qualunque sia l’opera che svolgiamo, non solo fa bene alla salute, ma è salute. Lavorare sotto stress equivale al propinarsi ogni giorno, deliberatamente, una dose di tossine.
Dott.ssa Elisabetta Vellone