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Lavorare nel Terzo Settore in UK

Creato il 14 aprile 2014 da Fugadeitalenti

A Londra i processi di selezione sono trasparenti, le possibilità di crescita esistono e sono piuttosto rapide. A 29 anni sono competitiva, lavoro con colleghi della mia età – il mio capo ha solo 34 anni, e una posizione molto alta nell’organizzazione. Mi dispiace per l’Italia, mi dispiace che ce ne siamo andati tutti, che pochi vedano prospettive di ritorno. Nè credo che qualcuno di noi tornerà presto!“: biglietto da visita eloquente, quello di Chiara Butti, 29enne International Officer presso il National Council for Voluntary Organisations, la maggiore associazione-ombrello di organizzazioni del Terzo Settore Oltremanica.

Chiara si laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche: a quel punto decide di non perdere tempo, iniziando a viaggiare – la sua vera, grande passione. La prima tappa in Palestina, dove vive quasi un anno tra Betlemme e Gerusalemme. L’obiettivo è acquisire forti conoscenze sull’area, per potersi rendere competitiva professionalmente sul mercato italiano.

Intanto Chiara si candida a un Master in Politica Mediorientale a Londra: viene accettata, così parte per la capitale britannica. Oltremanica vivrà un periodo estremamente duro, con giornate piene – tra studio e lavori serali o nel weekend per mantenersi. Ce la fa, ma quando conclude il Master l’Europa è già piegata dalla crisi economica. Pochissime, le opportunità di impiego.

Chiara non si scoraggia: trova uno stage all’agenzia Undp in Libano, mentre invia curricula -senza praticamente ricevere risposta- alle Ong italiane. Sempre in Libano trova lavoro presso una Ong locale, a condizioni buone. Alla fine decide però di tornare in Italia, cercando lavoro qui: i primi mesi nella sua Toscana trascorrono segnati da una profonda frustrazione. Sembra sempre che occorra “conoscere qualcuno”, per poter avere un lavoro nella Penisola.

Dopo quasi un anno le offerte arrivano: su tre, una proviene addirittura da un’Ong italiana. La condizione, però, è tornare nuovamente in Libano. Chiara parte: concluso il contratto, e considerata l’impossibilità di lavorare in Italia -o in Europa- per un’associazione del Terzo Settore della Penisola, accetta la proposta della Ncvo inglese. Si trasferisce così nuovamente a Londra, ultima tappa -per ora- del suo lungo viaggio tra Europa e bacino del Mediterraneo. “Qui vivo in un Paese liberale e all’avanguardia. Avrei preferito l’Italia, ma sono molto disillusa“, riflette Chiara.

Ospite della puntata è Alessandra Zagli, dell’agenzia di sviluppo e cooperazione Lama. Con lei allarghiamo la prospettiva a come poter “innovare” anche in Italia il settore delle Ong, rendendolo più “trasparente”.

Nella rubrica “Expats” ci spostiamo fino in Australia, per raccontarvi l’interessante esperimento di Nomit-Italiani a Melbourne, associazione che si sta contraddistinguendo per il forte attivismo nell’assistenza alla marea montante di giovani italiani che tentano la sorte professionale agli antipodi. Ne parliamo con Francesca Valdinoci, segretario di Nomit.

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Alla prossima puntata: sabato 19 aprile, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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