Boh, sto leggendo il decreto legge sul lavoro.
Mi piacerebbe avere alcune delucidazioni.,
Destinatarie sono le imprese (con un contributo che al massimo raggiungerà i 650 euro mensili per un periodo che va dai 18 mesi per i nuovi assunti ai 12 mesi per la trasformazione in contratti a tempo indeterminato), che assumeranno i giovani tra i 18 ed i 29 anni privi di un lavoro regolarmente retribuito da almeno sei mesi, senza diploma di scuola superiore o professionale che vivano soli o con una persona o più a carico. E già in quest’ultima frase ci sono, a parer mio, delle contraddizioni. Sembrerebbero così esclusi quelli che, pur senza lavoro, vivono in famiglia con i genitori e con un titolo di studio…quindi largo solo alla manovalanza. Se hai più della terza media, sei confinato i un ghetto…
Se invece il lavoratore avrà più di 50 anni, dovrà essere disoccupato da almeno 12 mesi. Quindi viene automaticamente esclusa la fascia di lavoratori tra i 30 ed i 49 anni: cosa sono, i figli di un dio minore da non dover avere alcuna possibilità? Loro non hanno figli a carico da mantenere, mutui e bollette da pagare?
Poi una mia riflessione: come potranno trovare lavoro le persone, giovani o meno, se le aziende continuano a chiudere? Non viene in mente al governo che è tutta la materia del costo del lavoro e della tassazione troppo alta che scoraggia le aziende ad assumere e soprattutto a non delocalizzare all’estero e che bisogna partire da là per una riforma veramente seria? E allora perché promuovere la cultura se poi volete solo una massa di poco alfabetizzati? Per poterli manovrare a vostro piacimento?