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Lavoro: l’attesa che può uccidere

Creato il 12 aprile 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

Lavoro: l’attesa  che può uccidere

E’ noto come in gravi condizioni di salute, l’attesa o ritardo dei soccorsi adeguati, può diventare causa di morte. In ambito sanitario non di rado abbiamo appreso come l’assenza di tempestivi interventi di cura abbiano condotto il paziente alla impossibilità di rimanere in vita. E’ nostra intenzione..

sottolineare come il termine: “gravi condizioni di salute” sia metaforicamente assimilabile a diversi ambiti della condizione umana e nel nostro caso desideriamo assimilarlo al fenomeno della grave condizione del lavoro precisando che l’agonizzante è il lavoro stesso. La strategia del rigore, i criteri della punizione e del sacrificio unitamente alla maxi caccia ai cattivi ha alimentato drasticamente la mentalità della diffidenza e del colpevolismo al punto che si può avere la sensazione che i buoni, gli unici che si salvano, sono gli indigenti e i morti di fame, perché sicuramente non hanno rubato soldi allo stato. Ma la cura basata sul rigore non basta; l’occupazione continua a diminuire, le imprese continuano a chiudere e a fallire aumentando disoccupazione e povertà. Se non si opera un rilancio sul piano degli investimenti che rimette in moto la macchina del lavoro e della produzione non ci può essere ripresa e quando le scorte saranno finite e la temperatura sociale si alzerà troppo ne subiremo delle belle! Intanto il sacro concetto del lavoro, capacità che da sempre distingue l’uomo dalla bestia, è gravemente malato e da lungo tempo attende le cure necessarie che non arrivano. Il nostro caro “lavoro” versa in uno stato di depressione acuta; i sintomi sono classici: atonia generalizzata, mancanza di reattività, distacco dalla realtà, ritiro sociale, perdita di interessi, identità distorta con seri segni di auto svalutazione, deambulazione lenta e non finalizzata ecc. Coloro che nel proprio lavoro si identificavano e davano vita e forma alle proprie ricchezze interiori e alla propria unicità vivono una condizione di pre lutto; il principio secondo il quale il lavoro è il mezzo con cui realizzarsi e provvedere al proprio sostentamento sta per essere dimenticato; l’ispirazione di massa tende a spostarsi, bay passando la zona lavoro, sul come trovare il modo per fare i soldi. Secondo le leggi della così detta evoluzione: le potenzialità umane non utilizzate tendono ad atrofizzarsi e scomparire e gli uomini, senza distinzione di ceto forse, sono ancora troppo ignoranti per comprendere la nobile funzione dell’attività lavorativa e l’inestimabile bacino di ricchezza e di valori in esso contenuti.


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