Le 10 cose degli anni ’70 che se non tornano è meglio…o no?

Creato il 09 aprile 2013 da Nonnaso @NonnaSo

Visto e considerato che il ciclo “amarcord” anni, o altrimenti noto come “ci eravamo tanto cofanati” sta avendo il suo discreto seguito… chi sono io per privarvi del sottile piaere di rabbrividire per l’ennesima carrellata sui bei tempi andati? Perciò, se la matematica non è un’opinione, dopo gli anni ’90, e gli ’80… arrivano gli anni ’70!!! (su, un pò di vita, non vi ho sentiti fare il tifo da stadio… nemmeno un singulto, nemmeno un battito di mani per i meravigliosi anni ’70??)

Ah, gli anni ’70! Ero troppo piccola per fare già caso alle mode del momento… ma ho un sacco di foto a testimonianza, perciò non faccio fatica a sorridere, bonariamente, di cose come:

  1. I pantaloni a zampa
  2. Le calze con la riga dietro
  3. Le calze di cotone triccottate
  4. Le scarpe di vernice
  5. Le scarpe con “gli occhi”
  6. Le camicione “figli dei fiori”
  7. Le zeppe
  8. I capelli (e le ascelle) incolti
  9. Il poncho e i maglioni fatti a mano
  10. Le gonne a piegoline

I pantaloni a zampa di elefante. Sull’argomento sono lievemente bipolare: tecnicamente mi piacerebbero, se non mi ammazzassero la gamba portati con le scarpe basse, ma forse tale attaccamento deriva dal fatto che ho moltissime foto di me in braccio alla mia mamma, che porta fieramente pantaloni a zampa di elefante… io voglio bene alla mia mamma, e perciò come faccio a odiare i pantaloni a zampa??

Le calze con la riga dietro. Fonte inesauribile di strazio da cerimonia (e ho 5 cugine, di cui ho partecipato a relative comunioni, cresime, sposalizi, in quella tenera età): dopo 5 minuti che le avevi u, solitamente abbinate alle scarpe nuove, ti facevano le bolle sul calcagno grandi come monete da 500L.

Le calze di cotone tricottate. Idem come sopra

Le scarpe di vernice. Solitamente abbinate alle calze con la riga o a quelle di cotone, le scarpe di vernice erano le principali colpevoli della proliferazione di vesciche, ma non solo: mentre la mamma te le metteva (perché ti piacevano anche se erano trappole mortali!) ma condiva il gesto con una serie di minacce: “Se le strisci e le segni poi le prendi! Con tutto quello che costano…” E per quanta attenzione tu facessi, camminando come sulle uova, chiaramente alla fine le strisciavi…

Le scarpe “con gli occhi”. Lo sapete benissimo di quali parlo: quelle orrende scarpe che sembravano quelle correttive, che tuttora fieramente vengono prodotte dal Dr. Scholl e dalla Camper (ma con lievemente più stile?). Se ci penso mi viene l’amaro in bocca: collegi, suore che ti picchiano con la bacchetta, andare a messa la domenica vestite come per una sposa (li ho sviluppato l’intolleranza al fumo di candela, lo sapevate?)..

Le camicione “figli dei fiori”… e in generale tutte quelle fantasie psichedeliche con accostamenti di colori imbrobabili, che bruciavano la retina solo a guardarli… io ho gusti più classici., chissà se riuscirò mai ad apprezzarli??

Le zeppe. Ah ma io AMO le zeppe! Va beh, compromesso: le zeppe in acrilico che ancdavano di moda un tempo: assurde, altissime, coloratissime.. immettibili. Sono tornate prepotentemente di moda, lo so. E d’atra parte: se mi piacciono ci sarà pure un motivo… e si chiama “condizionamento infantile”. Come per i pantaloni a zampa.

I capelli incolti. Lunghi, pieni di doppie punte, non pettinati, raramente lavati. I peli superflui… che a quel tempo non erano superflui anzi: gelosamente custoditi come reliquie sante! Mi viene un brivido solo a pensarci: la diffidenza verso il sapone e il rasoio che ha regnato negli anni ’70… quella proprio la vogliamo dimenticare.

Il poncho e maglioni fatti a mano. E le borse, e i costumi, e… la mia mamma ha prodotto ai ferri o all’uncinetto praticamente di tutto. Quando sei piccolina è anche divertente quando vai in spiaggia e i tedeschi ti chiamano SaraBikini, perché sfoggi quei graziosi bikini colorati fatti all’uncinetto… ma poi cominci a crescere, e i maglioni fatti a mano dalla mamma d’un tratto diventano qualcosa di cui vergognarsi, e per cui i compagni di scuola ti prendono in giro. Se poi la mamma ti fa anche i copri mutande di lana… la rovina è designata.

Non sto scherzando.
E con eccezione dei copri mutande, ora che la mamma non può più farmi le cose a mano, ve lo devo dire..come mi mancano!

Le gonne a piegoline. Ultimo punto, ma non meno importante degli altri, anche questo deriva da quel retaggio culturale lasciato da collegi e colonie che ai tempi erano tanto di “moda”… le gonne alla collegiale spopolavano negli anni ’70, ma non con il ghiribizzo trendy alla Lolita con cui vengono indossate oggi. Che peccato, o meglio… menomale! Preferivo di gran lunga quando una gonna a piegoline era una (odiatissima) gonna a piegoline, piuttosto che un simbolo di …di cosa, esattamente, non voglio nemmeno pensare.

Ma, ehi, un momento… più vado avanti e più penso che tutta questa roba è di moda.. PROPRIO QUEST’ANNO! Ci sono proprio tutti: l efantasie floreali e quelle improbabili, la minigonna di Mary Quant, i vestiti con la cintura di vinile, le zeppe, i vestitoni da zingara, le bluse fluttuanti, i pantaloni a zampa… hm, ripensandoci, qualcosa non è nemmeno granchè malaccio…

Poteva andare peggio, in effetti: potevano essere gli anni ’80 o ’90.

Perciò, con il sollievo di ammettere che almeno delle calze con la riga dietro e di quelle di cotone, e della innaturale diffidenza per saponi e altri prodotti per l’igiene, sembra che ci siamo definitivamente liberati… (alleluia!!) non posso fare altro che ritirarmi, sconfitta, e sedermi sulla riva di questo fiume. Ad osservare gli anni ’70 che passano di nuovo, e di nuovo, e di nuovo….



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