Napoli e poi Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro. Sono queste le prime quattro province che, secondo il centro studi dell’Aitec, l’associazione italiana tecnico economica del cemento, presentano il maggior rischio idrogeosismico.
L’analisi elaborata dagli esperti dell’associazione confindustriale è stata presentata durante l’annuale assemblea Aitec a cui ha partecipato anche il numero uno di Viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi.
Ecco la classifica che individua le 10 province che rischiano di più sul piano del territorio, sia da un punto di vista idrogeologico che sismico.
1. Napoli
2. Reggio Calabria
3. Vibo Valentia
4. Catanzaro
5. Roma
6. Genova
7. L’Aquila
8. Isernia
9. Benevento
10. Messina
L’indagine è stata realizzata come analisi propedeutica alla messa in sicurezza del territorio ed ha portato alla definizione di una mappa delle province a maggior fabbisogno di riqualificazione.
Se il territorio della Provincia di Napoli è quello a maggior rischio, secondo l’indicatore sintetico di rischio idrogeosismico utilizzato nello studio, il Comune in assoluto più esposto è quello di Castellamare di Stabia.
Spicca, inoltre, la presenza in questa poco invidiabile classifica di Roma al quinto posto.
L’indicatore utilizzato dal centro studi di Aitec si basa sulla combinazione della pericolosità sismica (frequenza ed effetti dei terremoti) con i dati storici relativi al dissesto idrogeologico (frequenza ed effetti di frane e di piene).
I disastri naturali, hanno ricordato i partecipanti all’Assemblea Aitec, sono in costante aumento negli ultimi 15 anni e generano un costo di circa 3,5 miliardi di euro annui (fonte Ance-Cresme): sarebbe sufficiente destinare il 20% di questa somma, pari a 700 milioni, per mettere in sicurezza i territori individuati prioritariamente, privilegiando la logica della prevenzione.