Magazine Diario personale

Le 150 sfumature del corteggiatore per errore. (lettera E)

Da Gattolona1964

 

E come eremita. Finalmente avremmo trovato il corteggiatore ideale, risparmioso sotto e sopra tutti i punti di vista.  Potrebbe essere la persona idonea a condurre una vita senza sprechi, riciclando e usando criterio in ogni azione che compie. E’ un tagliatore di teste e di spese esemplare, le uniche cose che non taglierà mai, (non conoscendo barbieri ed estetisti ) su se stesso sono: barba, capelli, unghie e denti. Alla luce a risparmio energetico dell’ enorme crisi economica, persistente ed aumentante (licenza poetica ndr…), lo dobbiamo cercare con il lanternino e scovare, prima che qualche altra pollastrella se lo aggiudichi.  Nell’immaginario femminile è l’uomoforever, il compagno salvadanaio perfetto, il marito praticante, non le posizioni del Kamasutra, (molto gradite peraltro alle ancelle), ma dedito alla spending review in ogni sua sfumatura, applicandola per tutta la vita. Sua e di chi avrà la fortuna/coraggio di stargli accanto. Per questa creatura, nata all’interno di caverne materne con l’ausilio di boschetti sconosciuti, l’habitat che gli si confà maggiormente è un ambiente ancora poco antropizzato, perciò rovinato, dalle donne. Mi sento di affermare che la capanna,  la caverna, o un tunnel sotterraneo scavato con unghie e piedi,  continuino ad essere dimore a lui molto gradite. Purtroppo all’occhio spietato e critico delle donne, non potranno sfuggire molti particolari che lo potrebbero discriminare dal corteggiatore “fico” o “ganzo” per eccellenza, che tratteremo più avanti. Ho affermato poc’anzi che egli ha costi propri di manutenzione pressochè nulli, infatti non si reca mai dal barbiere, dal dentista, né dal sarto, o tantomeno dall’estetista, per farsi estirpare unghie lunghe a rovo e attorcigliate su se stesse. Non va al supermercato ad acquistare bagnoschiuma, dentifrici al lime, shampoo al caffè o balsamo all’olio di anguilla per ammorbidirli. Non usando biancheria di nessun genere, ma indossando solo una pelle di coniglio, trovato morto e da lui cucinato al naturale, non sa che esistono polveri e liquidi per igienizzare gli indumenti. Esso, trattandosi di una via di mezzo tra l’uomo ed un peluche, a volte  decide di uscire dalla capanna,  per andare a procacciarsi il cibo, (anabolismo) oppure a disfarsene, con il processo opposto del catabolismo, senza usare nemmeno la carta igienica, ma pulendosi con grandi foglie d’acero. Il processo del catabolismo potrebbe essere scambiato per un terremoto o per un acquazzone, con tuoni e fulmini in arrivo. Per il bidet, usa l’acqua fresca del laghetto adiacente la sua dimora. Solitario di natura, poco incline alla vita sociale, esce poco di casa e se qualche indigena ha la fortuna di vederlo di nascosto, può osservarne i tratti somatici e decidere se lasciarsi cacciare da lui. Cammina molto curvo, non riesce più a distendere le gambe e la schiena, le braccia sono conserte e le mani soffrono di artrite reumatoide per la molta umidità della sua abitazione. Tale posizione rannicchiata e fetale, è dovuta alle centinaia di ore che trascorre, seduto per terra a gambe incrociate, nella speranza di accendere un fuocherello. I capelli per usare un eufemismo, sono scarmigliati, lunghi sino alle ginocchia, accompagnati da pidocchi e pulci, paiono rovi e cespugli, non è infrequente che alcuni uccellini facciano il nido sulla sua testa. L’incauta fanciulla, pur non vedendolo ne potrà avvertire la presenza anche se egli è lontano, annunciato da quel suo inconfondibile odore di selvatico misto a sterco di piccione. Ha pellicce ecologiche di peli suoi ovunque, di conseguenza non abbisogna di termosifoni o condizionatori. Per questi motivi possiamo dire che è un ragazzo di campagna, abita a fianco dei suoi cugini, (di campagna) non è un ragazzo di strada, pur vivendo ai margini della città. E voi non crediate di prendervi gioco di lui. Nel momento in cui, dovesse scorgere in lontananza una forma ginoide riconducibile a cibo, cioè la vostra sagoma, dovrà pensare se cacciarvi con arco e frecce, per poi stordirvi, mettervi in concia, impalmandovi nell’esatto senso letterario della parola, cuocendovi a fuoco lento, quello che tenterà di preparare con le sue callose manone, gustando poi il tutto con i suoi Cugini di Campagna. Oppure, come seconda alternativa, egli aprendo bene quegli occhi a fessura di animale braccato, viene inspiegabilmente attratto dalle vostre morbide e succulenti carni, lo si deduce dalla pelle del coniglio che non sta più al proprio posto, ma inizia a ballonzolare. Deciderà così, stupendosi di quel che sta per fare, di invitarvi a gustare una cenetta intima in riva al lago, mano nella mano, peli nei peli, a base di pesce fresco, appena pescato. Voi felici e cinguettanti, certe che non rimarrete zitelle a lungo, spererete che esso propenda per la seconda soluzione.  Per esperienza vi dico di non illudervi:  non vi porterà con la sua Porsche sul lago di Como, nei pressi di Laglio con vista  George Clooney a Villa Oleandra. Per invito a cena, il corteggiatore gobbo ed eremitas,  sdentato, peloso e fetoruso,  intende dire che andrete a procacciarvi il pesce, pescandolo con le vostre mani, direttamente nelle acque del laghetto. Essendo voi donna, e lui homo poco sapiens e molto ecologicus, vi potrà aiutare nel darvi un bastone assai appuntito per centrare la trota o la carpa. Sperando nella buona sorte, se vi va bene ne pescherete due, ve le farà pulire e dato che siete donna, vi chiederà a mugugni e simboli, di cuocerla, mantenendola morbida e senza lische, per preservare le sue gengive, non prive di tartaro. Ma come fare,  senza gas e senza fornellino elettrico? Vi  sarà impossibile e a questo punto, incavolate nere, arrabbiate come l’ultima delle indigene abbandonate, mazziate e ancora non cornute,  spettinate,  con il tubino Chanel ridotto a Mocio Vileda, estraete dalla vostra Kelly, l’accendino. Lo posizionate sulla coda del suo coniglio et voilà! Il fuoco è fatuo, cioè fatto ed il dado tratto, nonché il pesce cotto e mangiato!

……….ricetta da inserire nell’ultimo libro della Parodi: la preda, caccaita, impalmata, speziata e deglutita.Buon appetito e attente agli uomini al naturale, non è tutto oro ciò che luccica. Con preavviso, Fabiana.



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