Era un po’ che non mi davo alle riflessioni notturne, ma se ogni tanto non partorisco qualcosa in questa sezione perdo il piacere di scrivere fine a sé stesso.
L’anno scorso è stato un anno di viaggi, piccoli, ma frequenti, è stato l’anno del mio primo viaggio da sola, della mia prima esperienza di couchsurfing, della mia prima volta a San Francesco del Deserto, è stato l’anno in cui, per diversi motivi, ho preso in mano la mia vita e l’ho stravolta, concentrandomi su me stessa e oggi, a distanza di un anno, mi ritrovo a guardarmi indietro e a chiedermi quali sono le cose che mi ha insegnato il viaggio.
1. L’ALTRUISMO
Non che io sia mai stata un’egoista e credetemi che non è falsa modestia, ma quando viaggi una delle cose che impari è il karma. La vita è fatta di alti e bassi, ma l’aiutare il prossimo non è solo un insegnamento cristiano, che condivido, penso sia una filosofia di vita che bisogna abbracciare a prescindere.
Arriverà il giorno in cui il nostro crederci invincibili verrà a mancare, saremo costretti a chiedere aiuto agli altri, soprattutto se si viaggia da soli ogni aiuto è ben accetto e il vostro potrebbe rivelarsi fondamentale per qualcuno.
Essere altruisti, quindi non volere un tornaconto personale in ciò che si fa, aiuta a vivere meglio, ma, soprattutto, fa vivere meglio gli altri. L’aiuto che darete voi oggi, vi tornerà indietro domani, questo è poco ma sicuro.
2. AVERE FIDUCIA
Noi italiani viviamo in un mondo che la fiducia nel prossimo se l’è dimenticata in un cassetto che non si apre da anni. Siamo diffidenti, viviamo costantemente con l’angoscia che la persona che abbiamo di fronte ci voglia fregare, ma girando il mondo ci si accorge che non è sempre così.Forse vi ho già raccontato di quando alle isole Samoa una signora del posto si è offerta di darmi un passaggio fino ad Apia, tenermi le valigie, venirmi di nuovo a prendere dopo un paio d’ore e portarmi in aeroporto. Le valigie gliele ho lasciate, non so nemmeno perchè, ma non dopo aver mancato di fotografare: targa dell’auto, il suo viso ed essermi fatta dare un numero di telefono. L’appuntamento era le ore 20 della stessa sera e lei si è presentata alle 19.30, con tutti i miei bagagli.
Questo non significa dover diventare sprovveduti, ma di cercare di mettere da parte quel sentimento di diffidenza che ormai sembra far parte del nostro DNA. La gente non fa schifo dappertutto.
3. RESPONSABILITA’
L’essere responsabile è sicuramente una delle cose che mi ha insegnato il viaggio. Viaggiare ti fa rendere conto di quanto l’avere testa sia fondamentale, non c’è spazio per i troppi errori o per lo meno non per quelli grossi. Sbagliare fa parte del gioco, ma l’essere responsabili di sé stessi e, a volte, anche dei proprio compagni di viaggio potrebbe girare le sorti dell’avventura che si sta vivendo.
Anche solamente sapersi scegliere il perfetto compagno di viaggio arriva dopo aver fatto diversi viaggi, non è di certo qualcosa che si sa fin dall’inizio.
Non mi dilungherò troppo su questo punto, non sono di certo un life coach che deve insegnarvi le regole basilari del vivere e dell’arrangiarsi.
4. L’INDIPENDENZA
Dopo un viaggio come quello in Australia con il Working Holiday Visa sono cambiata decisamente tanto. Vivere per poi viaggiare per un mese e mezzo in paese straniero e, per giunta, dalla parte opposta di casa tua ti pone nella condizione di avere necessità di essere indipendente. Non c’è nessuno che ti prepara il piatto caldo la sera dopo una giornata passata in macchina, guidando per le strade della Nuova Zelanda, nessuno ti dice come organizzare un viaggio on the road, nessuno ti dice niente. All’inizio è difficile, sicuramente, ma poi è qualcosa che diventa naturale, un po’ come quando si va a vivere da soli per la prima volta.L’esperienza insegna, il viaggio insegna, basta essere disposti ad imparare, un po’ come per tutto.
5. LA FLESSIBILITA’
Di certo non sto parlando della flessibilità fisica, se volete fare le cose che facevate a 20 anni, scordatevelo, ma per quanto riguarda la flessibilità mentale non ci sono limiti.
Conoscere persone di culture diverse, con abitudini diverse apre la mente, ti fa rendere conto di quanto tu possa essere “mediocre”, per certi versi, e questo essere stimolo per migliorarsi.
Usi e costumi diversi ti portano a doverti adattare a situazioni differenti. Provate a pensare a noi italiani, così abituati a gesticolare mentre parliamo, a come veniamo visti dall’esterno e, viceversa, come noi vediamo e interpretiamo l’immobilità o i gesti diversi di qualcuno di una cultura completamente diversa dalla nostra.
Flessibilità significa anche apertura mentale, tanto da farci andare oltre al concetto di stereotipo, a me stessa è successo di dovermi ricredere riguardo qualcuno degli stereotipi francesi dopo essere stata a Parigi.
CONCLUSIONI
Probabilmente non solo solo 5 le cose che mi ha insegnato il viaggio in tutti questi anni, ma di sicuro queste sono i punti principali. Ho imparato cosa significa seguire i proprio sogni senza aver paura di perdere tempo, ho imparato ad apprezzare ciò che mi sta attorno anche nelle piccole cose, perchè spesso un sorriso è tutto ciò di cui hai bisogno.