Le alte temperature favoriscono l’odio sociale

Le persone di questi tempi hanno una patina negli occhi. È una velatura, una cataratta di malignità. Dicono che sia il caldo. Il clima influisce sulla natura delle persone e le alte temperature favoriscono l’odio sociale. La signora che mi ha augurato la morte un’ora fa solo perché ho ritardato di due secondi e mezzo la partenza al semaforo sembrava un tipo insensibile, quasi una macchina lei stessa, un’indelicata macchina automatica. Mi chiedo se fosse cosciente del suo desiderio di sapermi morto. Io da parte mia so per certo di essere colpevole. Due secondi e mezzo sono un tempo lunghissimo, un’infinita. Due secondi sarebbero stati già un ritardo inammissibile, ma quel mezzo secondo in più, dio, ha fatto precipitare le cose. Mezzo secondo è un’esagerazione, una dismisura. In questo enorme ospedale psichiatrico che è Roma, mezzo secondo di ritardo al semaforo vale ben più di un augurio di morte. Solo che io, ecco, io mi sono immaginato morto per davvero. Ho pensato al mio corpo senza luce, un lungo masso bianco e freddo, la fronte corrugata, le unghie bluastre, le labbra viola e tumide. Morto. E questa signora perfettamente nel giusto (due secondi e mezzo, santo cielo!) che strizza la bocca con un’espressione rigorosa, perché ha avuto il suo giusto risarcimento. Stamattina ho commesso questo misfatto, qualcosa di veramente terribile. Ed è così triste rendersi conto di essere dalla parte del torto.