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Le ambasce del Camerlengo

Creato il 14 febbraio 2013 da Filelleni

220px-Camerlengo.svgE’ partita in Vaticano, dopo la storica decisione del Pontefice dei giorni scorsi, la febbrile attività attorno alle procedure e modalità per fare fronte alla imminente vacatio del Ministero Petrino annunciata dallo stesso Papa. Situazione straordinaria per il Camerlengo, quella di dover procedere alle attività previste prima della fumata, mentre un Pontefice ancora si aggira tra le stanze, in attesa di partire per suo dorato esilio volontario.

E’ alle prese, il Camerlengo, con un’insolita quanto inaspettata (?) circostanza: no accertamento del decesso di Sua Santità, no velo sul volto del defunto Papa, no sigilli alle stanze, no comunicazioni ufficiali, no novediali. Tutte ambasce normalmente affidate, appunto, al Cardinal Camerlengo da Santa Romana Chiesa.

Ma questa volta è diverso. Questa volta dovrà assumere il ruolo di reggente e la notizia l’ha ricevuta lui stesso dal papa.

In tempi di frenetica informatizzazione, di twitt, di sms, di e-mail, il Papa ha comunicato in latino una decisione che certamente segnerà la storia, e lo ha fatto con disarmante semplicità.

Molti sono stati i commenti, le testimonianze, le considerazioni e addirittura le conclusioni a cui si è giunti nell’esercizio di elaborazione dialettica televisiva e giornalistica a cui siamo stati (ahimè) sottoposti  nelle ore immediatamente successive alla storica scelta di abbandono del papato.

San Pietro diventa così lo scenario di imprevedibili eventi e il mondo cattolico vacilla, ma non ha senso chiedersi perché o se sia stata giusta questa decisione che merita solo silenzio e semmai una riflessione: qualunque siano state le circostanze che abbiano indotto a tale conclusione, la lezione è stata limpida e straordinariamente efficace ovvero no all’accanimento. Esiste un limite, esiste una soglia oltre la quale non è consentito andare. Uno straordinario messaggio in tempi di discutibile condotta  priva di coscienza civile, nella totale assenza di rispetto dei ruoli e delle funzioni, nella perdita totale del senso comune e della comune decenza, questo gesto rimette tutto in discussione e riporta nei ranghi il limite umano.

Ma nello stesso tempo mette un segno indelebile nella storica disputa teologica e filosofica sul libero arbitrio… Ci vuole vigore fisico e spirituale per mandare avanti questo ministero, ha detto lo stesso papa, ma forse il vigore è stato tutto qui, nel dire “basta così”, nell’assumere l’impegno della decisione.

Il Papa fa un passo indietro ed è come se si fosse acceso uno spot luminoso su tutte le grigie figure che popolano il Vaticano.

Adesso toccherà al Camerlengo tra Congregazione Generale, Congregazione Particolare, Conclave, fumate, etc. etc.

Intanto il Santo Uomo si ritirerà nelle sue stanze a meditare, finalmente.

Certo non lo dimenticheremo, questo febbraio 2013, questo anno dispari, quando pensavamo che tutto fosse già visto.

erre



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