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una volta lessi che l'amicizia comincia quando si dice: "anche tu? anch'io!" credo che sia normale cercare negli altri punti in comune; per esempio io so di essere così strana per certi versi che quando trovo qualcuno che è strano come me, sono già conquistata. mi è capitato di conoscere persone con le quali ho provato una sintonia immediata e la cui compagnia mi è stata gradita fin dal primo istante perchè in quelle persone riconoscevo uno spirito affine. trovarne di persone così non è semplice e purtroppo non è detto che l'idillio iniziale continui, difatti, a ben guardare, i rapporti che durano nel tempo sono quelli in cui c'è la percentuale maggiore di rispetto reciproco, non tanto di affinità. questo vale per me, almeno. succede infatti che talvolta con persone alle quali ci siamo affezionati facilmente e in breve tempo riconoscendo molte affinità con noi, si riveli una mancanza non solo di quel rispetto di cui sopra, ma anche di conoscenza reciproca, quasi come se per il fatto di avere alcune cose in comune, ci si convincesse di averle tutte in comune. ovvio che non può essere così, mica siamo cloni. e del resto non credo che gradirei la compagnia di qualcuno che fosse perfettamente identico a me. infatti il punto non è quello, il punto è partire da ciò che si ha in comune e che ci lega per poi esplorare le differenze e consolidare il rapporto malgrado/grazie ad esse. mi sono spiegata? non lo so, comunque in questo periodo sono troppo pigra per mettermi a fare degli esempi. resta il fatto che è sempre bello vedere che a distanza di tempo e malgrado le differenze ci sono persone con le quali ancora si è amici, mentre altre che parevano così simili a noi da averci fatto concludere che non ce ne saremmo separati mai rivelano di avere capito poco o nulla di noi, o forse di non essersi mai nemmeno preoccupate di farlo. tutto ciò naturalmente vale anche per la sottoscritta, che non è una santa, che commette errori come tutti e che sta diventando insofferente alle spiegazioni, ritenendo che siano fiato sprecato se l'interlocutore ha già la sua opinione e non pare propenso a cambiarla, visto che a volte si giunge al punto in cui le nostre spiegazioni suonano all'altro più come giustificazioni che come tentativi di farsi capire. i rapporti umani mettono in conto necessariamente una certa dose di rinunce; chi vuole restare fedele solo a se stesso, inevitabilmente rimane solo. a quel punto si tratta di capire se vale la pena rinunciare a un po' del proprio orgoglio per amore dell'altro e se perdere quell'amicizia non ci procura nessun tipo di dolore o di rimpianto. a me capita di inghiottire un sacco di rospi per mantenere un rapporto; ho detto ancora che concedo a tutti la seconda occasione e talvolta perfino la terza, però quando qualcosa si spezza non mi riesce più di rimetterlo insieme, e il filo della fiducia reciproca è terribilmente facile da spezzare. quando ciò accade, posso forse ancora concedere un po' del mio tempo e qualche mio sorriso, ma il mio cuore non mi riuscirà di aprirlo mai più. se vi state chiedendo se tutto ciò nasce da fatti recentemente accaduti, la risposta è ovviamente sì, e tuttavia scrivo questo non per autocommiserarmi o per sentirmi consolare, ma semplicemente per prendere atto. credo che alla mia età di cose se ne siano già viste troppe per fare un dramma se un rapporto che credevamo solido si deteriora e va a puttane; sarei solo stupida se stessi qui a strapparmi i capelli, soprattutto visto che il tutto ha avuto un'evoluzione della quale sono stata consapevole, non è accaduto come un fulmine a ciel sereno.
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