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Le anime “zero”

Da Andreapomella

Le anime “zero”Mentre Hillary Clinton incontra il ministro degli esteri Frattini e nel cielo di Roma vorticano incessanti le pale di due elicotteri della polizia di stato, io sono disteso su un prato di Villa Borghese a contemplare gli alberi. Le strade del parco sono attraversate da cortei di auto blu che sfrecciano alla velocità della sopraffazione, incuranti della santità del silenzio e della quiete dei giardini. Questa città, che è abituata alle voci forti e ai toni dispotici, si lascia violentare docilmente, come sempre. Sulla panchina alla mia sinistra siede una donna dal corpo curvo e minuto, una “barbona” si dovrebbe dire usando il linguaggio comune, che legge con occhi bramosi i rimasugli di vecchi giornali recuperati nella spazzatura. Il rombo degli elicotteri nel cielo è il riflesso contrario di questa donna-scricciolo, di questa formica, di questa anima “zero” che non sa niente dalla riunione del Gruppo di contatto alla Farnesina, del fondo speciale per i ribelli libici, della politica delle partnership privilegiate. Il tempo non smussa gli artigli del leone. Mi alzo e cammino un po’. Mi fermo davanti alla statua di Puškin. Ripenso a quando ero uno studente di storia dell’arte all’università e immaginavo la vita degli artisti dell’Ottocento ammantata di dolcezza, come una perenne passeggiata in riva ai laghi. Sono le quattro e mezza e devo trovare un modo per tornare a casa. Di nuovo passano le auto con le sirene sul tetto, tagliano per il parco evitando le strade più trafficate di Roma. Io mi sento come una mosca finita per caso all’interno di una maschera anti-gas, da un mi­nuscolo spazio d’aria incontaminata osservo la vastità del mondo infetto.


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