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Le armi italiane che uccidono in Libia

Creato il 26 marzo 2011 da Marianna06

Se c'è un mercato fiorente in tutto il mondo questo è quello del commercio delle armi.

Difficilmente conosce soste nel suo lucroso giro d'affari.

Infatti, prima di andare a spulciare il Rapporto  del Sipri 2006-2010 (Stockholm International Peace Institute), diciamo subito che l'Italia, il nostro "Bel Paese", è al primo posto quanto a fatturato per la vendita di armi a Gheddafi.

E questo "primato " non ce lo toglie nessuno.

Ricordiamo tutti i ripetuti incontri del nostro capo del Governo, e degli altri politici della nomenklatura, con il leader libico a Roma, ultimamente, avvenuti in una cornice di sfarzo e  con tutto l'ossequio possibile, che si deve  ad un vero sultano.

E, senza gettare la croce addosso sempre ai" soliti"(perché non c'è accanimento da parte nostra ma solo constatazione semmai d'incapacità progettuale e di gestione in politica estera), occorre dire, per onestà intellettuale che l'Italia ,prima e dopo Berlusconi, ha sempre fatto comunque affari d'oro con l'ex-colonia, qualunque fossero i governi in sella.

Tornando al Rapporto del Sipri, si legge a chiare lettere che a partire  dal 2000 un po' tutti i Paesi africani hanno speso oltre 22 miliardi di dollari nell'acquisto delle grandi armi convenzionali(aerei, elicotteri, carri armati, autoblindo, sistemi di difesa aerea, missili etc..).

E i principali fornitori sono stati Russia, Usa e Germania.Con la fetta più grossa.

Seguono però  e si difendono discretamente anche Ucraina, Cina e Bielorussia.

E a questi , dunque, l'embargo con la Libia e altri Paesi del nord-Africa non può essere gradito. Ovviamente.

Anche se poi, officiosamente , è tutta un'altra musica.  Si sa bene.

Infatti  solo negli ultimi cinque anni la quota africana nel commercio delle armi è passata dal 5% del lontano 2001-2005 al 7% successivo, fino al 9% ultimo, considerando incluso anche l'Egitto di Mubarak.

Sempre negli ultimi cinque anni inoltre l'Algeria è stato il maggiore importatore con il 48% dell'intero valore armiero, seguita da Sudafrica e Sudan.

Conoscendo un po' la conduzione politica di questi Paesi, la cosa per altro non ci meraviglia .

E ancora, sempre dal Rapporto del Sipri emerge, ad esempio, che il Consorzio Eurofighter  (Germania, Italia,Spagna e Regno Unito) è in forte competizione con Stati Uniti, Francia, Russia e Svezia per la vendita di aerei da combattimento.

E ciò spiega parecchie "cosuccie" riguardanti le scelte sul piano politico-diplomatico.

Insomma si va a combattere oggi(parlo delle forze della NATO) per impedire a Gheddafi di massacrare chi non lo vuole, i rivoltosi come vengono definiti, e  si rischia d'essere feriti o uccisi da armi di fabbricazione "nostrana", vendute da noi stessi, ieri o l'altro ieri...

Che dire?  Che fare?

Ma gli affari sono affari- preciserebbe chiunque.

 E poi le contraddizioni della vita e gli assurdi in termine di noi ,comuni mortali, non finiscono mai.

Rassegnarsi?

No.

Denunciare?

Sì.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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