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Le avventure del capitano Ego [3]

Da Ludovicopolidattilo

lingam-and-yoni-carving-rock-around-asia-art-gallery_7Solitamente tra il capitolo 37 e il capitolo 45 di un romanzo accadono cose incredibilmente eccitanti. Il nostro non fa eccezione.

#37

Piacere Ego. Piacere Fröhliche. Non ci siamo già incontrati da qualche parte? Ci siamo incontrati nei capitoli 2, 4, 5, 10, 11, 20, 21 e 31; pure nel ventottesimo capitolo se possiamo chiamare “incontrarsi” la vostra inclinazione a farvi una sega pensando a me. La vostra impertinenza è paragonabile unicamente alla vostra avvenenza. La mia avvenenza è paragonabile unicamente alla mia noia. Quando esploderà la bomba che le mie mani sostengono? Quando il lettore sarà esausto da tempo. Cosa rappresenta il serpente avvolto a spirale effigiato sulla bomba e menzionato innumerevoli volte nel corso della narrazione? Chiedetelo al vostro chakra della base. Non avete mai la sensazione di appartenere a un disegno più ampio? Se mi porterete una coppa dello Charles Heidsieck Brut Vintage del 2000 che intravedo laggiù, sarò lieta di rispondere a questa ulteriore sciocca domanda.

#38

Quando Salpingi sarà nostro, Isterolandia perderà gli introiti derivanti dalle gabelle sul transito commerciale attraverso lo stretto. Perderà inoltre prestigio internazionale. I flussi creditizi si attenueranno. Il debito sovrano subirà una progressiva riduzione del proprio valore. La casata Progestherion non starà a guardare a lungo Van der Karma diventare l’emblema dell’inettitudine, l’oggetto dello scherno e del sarcasmo dei delegati chiamati a deliberare presso ogni consesso di nazioni. Progestherion farà dunque la propria parte. Testostherion pure. Prevarremo di certo. Quando tutto sarà finito, metteremo in orbità un satellite dotato di cannone a raggi gamma. Lo useremo come una penna stilografica. Un flusso di fotoni in luogo dell’inchiostro. Puntandolo verso Isterolandia e muovendolo lentamente sarà facile. Scriverò il mio nome sulla superficie della loro ripugnante civiltà di ballerini. Rimarrà a lungo visibile. Chiunque guarderà Isterolandia da una mongolfiera, da un aereo o da un’astronave, scorgerà una linea priva di interruzioni, tracciata dalle ustioni, dal cancro e dalle mutazioni genetiche: la parola “Zurg” in carattere corsivo.

#39

L’addestramento inizia con le domande. Ora è il momento di domandare. Le domande che porrete sono le domande che ogni adepto ha posto ogni volta in cui un adepto ha domandato a colui che lo avrebbe addestrato. Non occorre che voi facciate ricorso alla voce e alle parole per domandare. Le vostre domande, come le mie risposte, sono già contenute nel Tantrāloka di Abhinavagupta. Leggiamole: “Chi deve essere adorato? Le donne sono adorate. Chi è l’adoratore? L’uomo è l’adoratore. Chi rivolge l’invocazione alla divinità? Il loro amore reciproco. Qual è il fiore offerto? I graffi causati dalle unghie. Quali sono l’incenso e l’oblazione? L’abbraccio e le carezze. Qual è il “mantra”? Il torrente di parole dell’amata. Qual’è la recitazione? Il piacere delle labbra. Qual è la fossa sacrificale? La matrice. Qual’è il legno del cucchiaio sacrificale? Il liṅga. Qual è il fuoco? Il germoglio nella matrice. Qual è il burro chiarificato? Il seme. Che cos’è il compimento? Suono, contatto, forma, sapore e odore; ciò che fluisce in modo quintuplice da queste sensazioni mentre viene emesso il fiotto della felicità, nel momento in cui la bomba esplode”.

#40

Ci sono momenti che vanno a collocarsi esattamente, con accuratezza meticolosa, quasi un intraprendente artefice l’avesse amministrato, tra tutto ciò che è accaduto e tutto ciò che sta per accadere. Questo è uno dei momenti che ricadono nella tipologia descritta. Tutti i personaggi trattengono il fiato. Pure quelli morti in corso di narrare. Pure quelli che ritengono di nascere tra poco o di sapere cosa accadrà. Che non si sa mai un ripensamento. L’autore sa cosa ha scritto e sa cosa scriverà ma esita appagato dalla transizione da questo a quello. Il lettore di categoria “interessato compulsivo” sosta e finge di fare altro ma osa random oltre la soglia del frigorifero presagendo epifanie. Il lettore di categoria “disinteressato amichevole” fa altro convintamente ma butta una tantum la fronte corrugata nel microonde così per manifestarsi. Dente tolto. Il pianeta si trattiene dall’orbitare e dal ruotare su se stesso. Curioso di ciò che farà il prossimo. Eccolo: il lettore di categoria “me ne frego radicale”. Apre lo sportello della lavatrice convinto di incontrarvi il bucato deterso ma dal tondo pertugio riscontra protrusa la testa di Ego. Salutare è buona creanza.

#41

Tre donne in una cucina moderna. In quanto giovani stanno bene sia funzionalmente che esteticamente in una cucina moderna. La prima prepara piatti e posate di plastica. Tovaglioli di carta in una confezione aperta da tempo che tuttavia contiene ancora numerosi esemplari. In grado di dibattersi, non di fuggire. Una tovaglia il cui disegno contempera El Lissitzky e Nonnapapera. Infila tutto in una sporta e attende la seconda e la terza. Siede. La seconda sta terminando di sigillare alcuni recipienti colmi di cibo mediante un periplo di domopak. Mentre l’ho detto ha terminato. Li sovrappone. Paiono mummie egizie dalla ineccepibile logistica. Infila tutto in una bisaccia e attende, con la prima, la terza. Siede. La terza fa presto: prende una bottiglia di vino bianco e una di rosè, le include in una borsa frigo tra alcuni siberini al nitrato di sodio. Procura tre flûte avvolte in carta da pane e le sistema nella stessa borsa auspicando non confliggano. Cavatappi [superfluo: entrambe le bottiglie coinvolte prediligono il tappo a fungo a quello raso] dentro. Siede. Le tre donne sedute si alzano in piedi e camminano verso l’epilogo in fila indiana. Ora stanno facendo un picnic sedute in siddhasana intorno alla tovaglia che sostiene il cibo, le bevande e gli accessori. Essere insieme le rende allegre. Fare quello che fanno le rende allegre. Il clima è favorevole. Dettaglio dell’insalata russa. In luogo delle olive verdi vi compaiono cimici del medesimo colore incorporate con cura nel denso composto tanto da precludere loro movimenti di una certa ampiezza. Carrellata depth dolly e panoramica rivelatrice del fatto che quanto descritto accade sul mio perineo. Il mio corpo nudo, capovolto, enorme, un pianeta di carne, incoraggia il picnic sostenendolo sull’ampia piattaforma pelvica. L’ospitalità richiede che io mi muova il meno possibile. Infatti trattengo il respiro praticando rechaka kumbhàka per l’intera durata del convivio. Interrotto dalla voce del colonnello Perelman che sollecita il mio risveglio in accezione letterale e metaforica.

#42

A voi il mio irreprensibile bacio. Domanderete di ciò. Doveroso illustrare. Un bacio irreprensibile possiende una natura duplice, forse contraddittoria. Da una parte è inevitabilmente un bacio. Quindi bacia una bocca con una bocca e vuole manifestare il desiderio che muove chi lo agisca nei confronti della persona cui appartiene la prima bocca e che viene, suo malgrado, desiderata. Sull’altro meno impervio versante è un bacio che rispetta legittimità, gradualità, opportunità. Intende, per questo suo essere inequivoco, manifestarsi senza superare un limite che non è stato dichiarato ma che in un contratto tra due persone [ruoli, classi, anatomie] si ritiene sussista. Un bacio irreprensibile sa esprimere voluttà in modo educato. Il fatto che il mio sia tale non implica che il vostro debba esserlo. Quindi [scrivo nottetempo e a quest’ora molto viene perdonato] assumerò che il vostro bacio per me esprima voluttà senza educazione alcuna. Il fatto che il vostro bacio non sia ancora stato scritto, il fatto che il vostro bacio per me non sia ancora stato creato, non inficia. Vostro sino alla fine di ogni paragrafo e di ogni capitolo dell’inospitale romanzo che ci fa incespicare verso la nostra esplosione, Capitano Ego.

#43

Taluni edifici sono assai più che edifici. Tutti gli edifici sanno ospitare corpi vivi e corpi morti, maggiordomi e sicari, plafoniere e abat-jour. Pochi edifici sanno ospitare uno dei criteri dell’esistere cognitivo prima che fossero forgiati un linguaggio e un padre della psicanalisi in grado, rispettivamente, di procurargli e imporgli un nome. Occorre un luogo scevro da monoteismi. Wanda Ottolenghi von Wedekind zur Horst intuì quanto fosse disponibile a farsi carico di tale ruolo la collina su cui avrebbe fatto costruire dimora Ottolenghi. Gli architetti, gli scultori, i pittori, gli ebanisti, i ceramisti, i decoratori e i fabbri che accorsero a collaborare all’opera, diedero alla coscienza di un luogo dignità di materia. Il conte Ottolenghi, mecenate ispirato, provvide alle smisurate risorse economiche necessarie. La moglie provvide a far sentire ciascun artista libero di assecondare il manifestarsi del capolavoro. Trent’anni di dedizione e l’agglomerato di opere d’arte più vasto e complesso di Neutrovilla fu pronto per essere amato. Un istante dopo Wanda morì e rimase nella dimora, nel mausoleo che ne accolse le spoglie. Un padiglione poligonale affrescato da scene intitolate: L’aurora, La nascita del pescatore, La festa notturna, Le forze domate, La famiglia, Il saggio, Gli intellettuali, L’origine. Nella cripta del mausoleo l’attuale inquilino di dimora Ottolenghi, l’ambasciatore di Isterolandia a Neutrovilla, ha disposto siano ospitati vini pregiati. La temperatura dell’ambiente risulta infatti ideale.

#44

Quanto asserito a questo proposito non è corretto. Non ho ucciso entrambi i miei genitori. La morte di mia madre è una casualità. Quando ha visto cosa lui mi stava facendo si è uccisa. Quando ho visto mia madre uccidersi ho raggiunto mio padre, reso inerme dalle circostanze, e ne ho approfittato. Mi è piaciuto molto farlo. Ho imparato allora a farlo. L’ho fatto bene. L’aspetto più curioso è avere saputo esattamente cosa fare senza esperienza e competenza specifica. Solo in seguito, documentandomi, ho potuto definire “impeccabile” il mio agire. L’istinto guida talvolta la mano quanto la perizia. Ho privato mio padre dei residui indumenti. L’ho fatto sdraiare sul pavimento. L’arteria iliaca appoggia posteriormente sul margine mediale del muscolo grande psoas. In prossimità del legamento inguinale, però, gli passa davanti e ne è separata dalla fascia iliaca. Qui occorre agire. Con determinazione. Va infatti attraversato il peritoneo parietale che la separa dalla porzione terminale dell’ileo, a destra, e dal colon ileopelvico a sinistra. Evitando di salire in alto dove incrocia l’uretere. Per non inondarsi di piscio. Dall’arteria iliaca si dirama l’arteria pudenda interna. Responsabile dell’erezione. Allora non ebbi un coltello né il tempo per procurarmelo. Dovetti utilizzare ciò di cui disponevo. Nulla. Da quando sono Ein Tag non ho mutato tecnica, solo strumento. Pure la vittima è la medesima. Uccido solo maschi adulti.

#45

Non c’è scenario possibile o probabile che io, Morgenstern, Stratega di Stato, non abbia scientificamente presagito. Ogni conseguenza di ogni atto ovunque compiuto, comunque istruito. Le diramazioni degli effetti delle cause sono state oggetto di meticolosa simulazione. Se mai nella storia è accaduto di destinare al caso un ruolo trascurabile nella concatenazione degli eventi originatisi da un singolo istante in un ambito circoscritto ma sufficientemente ampio da comportare in condizioni normali rischi consistenti di aleatorietà, accade oggi. Qui. Si assuma A quale “contesto”, E quale “agente”, F quale “tramite”, -S quale “obiettivo”. Occorre che E acceda ad A, nell’istante t, dove verrà a trovarsi S, per agevolare la transizione da S a –S. Ma E non può accedere ad A nell’istante t senza l’intervento di F, che ha normalmente accesso ad A. Quindi E deve fare innamorare di sé F. Ma F finge di innamorarsi di E, in quanto F ha a sua volta l’obiettivo di carpire a E informazioni e alla fine di fregarlo. F consentirà pertanto a E di accedere ad A, ma solo allo scopo di sputtanare E e chiunque E abbia alle spalle. Purtroppo per F e per chiunque stia dietro F, chi ha inviato E è molto furbo ed è informato del fatto che F sa di E, tanto da approfittarne per introdurre comunque E presso A nell’istante t e in barba a F far fuori S che diventerà suo malgrado e irreversibilmente –S. Credo basti. Dubbi Tetrarca?

Egopedia

Chakra della base: http://en.wikipedia.org/wiki/Muladhara
Charles Heidsieck Brut Vintage: http://charlesheidsieck.com/en/
Raggi gamma: http://it.wikipedia.org/wiki/Raggi_gamma
Tantrāloka: http://it.wikipedia.org/wiki/Tantr%C4%81loka
Liṅga: http://it.wikipedia.org/wiki/Linga
Microonde: http://it.wikipedia.org/wiki/Forno_a_microonde
Siberino: http://it.wikipedia.org/wiki/Piastra_eutettica
Kumbhaka: http://it.wikipedia.org/wiki/Kumbhaka
Bacio: http://www.youtube.com/watch?v=9vNnSrWzx9s
Ottolenghi: http://villaottolenghi.it/
Arteria iliaca: http://it.wikipedia.org/wiki/Arteria_iliaca
Morgenstern: http://it.wikipedia.org/wiki/Oskar_Morgenstern



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