Ecco, un libro che tutti pensano di conoscere, ma che pochi forse hanno davvero letto. Sono, infatti, pochi a sapere che la protagonista, nel romanzo di Lewis Carrol, non è Alice.
Chi non ritrova nella sua memoria il Bianconiglio, il Cappellaio Matto, la Regina di Cuori? Sono tanti i personaggi indimenticabili di questa storia, ma la protagonista indiscussa è in verità… La lingua! La lingua di Lewis Carrol, geniale, estrosa, piena di non-sense, è uno dei massimi esempi di creatività verbale di tutti i tempi. Dalle acrobazie del paroliere Carrol hanno preso ispirazione molti grandi del Novecento, da Queneau a Nabokov.
Viene da domandarsi, però, a tratti, leggendo questa narrazione surreale: leggere un non-sense… Può avere davvero un sense? O, diranno alcuni, riempirà di sciocche idee la mente dei giovani lettori? Ci sono studi che dimostrano come le filastrocche, le rime, i giochi di parole stimolino la mente dei piccoli, anche quando non ne colgono appieno il significato. Il non-sense ha una certa carica di fascino e di mistero: in esso le parole note e quelle sconosciute sono come scatole cinesi, una continua fonte di meraviglia. C’è di più: i bambini sono abituati ad assistere ai comportamenti bizzarri degli adulti e hanno una naturale disposizione alla comicità.
Allora, via libera al gioco linguistico, alla fantasia surreale, al calembour. Se poi non renderanno più intelligenti, almeno permetteranno di gettare uno sguardo diverso e nuovo sul mondo.
Buone avventure con Alice ma, fate attenzione: nel paese delle Meraviglie non tutto è come appare!
Lara Cappellaro
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Lewis Carrol, Le avventure di Alice nel paese delle Meraviglie e Al di là dello specchio, ET Classici, Einaudi.