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Le avventure di tintin, scivolone d’autore

Creato il 03 marzo 2013 da Capitanoclaudio @sarasiniclaudio

LE AVVENTURE DI TINTIN, SCIVOLONE D’AUTORE

LE AVVENTURE DI TINTIN – IL SEGRETO DELL’UNICORNO

(USA, N.Z. Belgio, 2011)

Un film di Steven Spielberg

Con Jamie Bell, Daniel Craig e Andy Serkis

Ad un grande regista si perdonano anche gli scivoloni più grossolani. E’ questa la prima idea balenatami nella mente dopo aver visto Le avventure di Tintin – Il segreto dell’unicorno. Non si discute infatti l’intelligenza e l’arte di Steven Spielberg, uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, ma si può dedurre, guardando il film in oggetto, una banale verità: come tutti, anche lui di tanto in tanto inciampa e cade. Basato sui lavori del famoso fumettista belga noto con il nome di Hergé, il film racconta le rocambolesche avventure del giovane reporter Tintin, accompagnato dal fedele ed intelligente Milù, bell’esemplare di Fox terrier dal pelo bianco.

Il film è interamente realizzato con la tecnica della “performance capture”, attraverso la quale vengono digitalizzati i movimenti e le espressioni dei vari attori sino ad ottenerne delle immagini virtuali che poi vengono elaborate al computer per la realizzazione del film. Il prodotto finale è simile ad un cartone animato, ma esageratamente più realistico.

Questa modalità, per quanto strabiliante ed avanzatissima, finora non ha però suscitato grande entusiasmo, né da parte del pubblico, né da parte della critica. Un altro grande regista, il premio Oscar Robert Zemeckis, ha speso molti anni della sua carriera dedicandosi al perfezionamento di questa tecnica, ma nessuno dei suoi film cosi’ realizzati, Polar Express, La leggenda di Beowulf e A Chrismas Carol ha ottenuto grandi consensi al botteghino o importanti riconoscimenti.

A dare volto ai personaggi de Le avventure di Tintin troviamo Jamie Bell (l’indimenticabile Billy Elliot) nel ruolo del protagonista, Daniel 007 Craig, e l’immancabile Andy Serkis, che nella sua carriera ha spesso dato vita a personaggi creati con la “performance capture”, dal Gollum de Il signore degli anelli all’ultimo King Kong, entrambi diretti da Peter Jackson

La trama, pervasa di segreti ed intrecci del film di Spielberg, è forse troppo complessa per essere compresa dai più piccoli, ai quali di primo acchito il film sembra essere rivolto. E i più grandi lo guardano annoiandosi un po’, seguendo le avventure fracassone di un personaggio non troppo simpatico, con il quale si fatica a trovare quella fondamentale empatia che permetterebbe allo spettatore di lasciarsi trascinare all’interno dell’avventura.

Il retrogusto che lascia il film è lo stesso che si avverte quando si ha a che fare con un’occasione mancata; vi era nell’aria il sentore di un progetto nuovo, avvincente ed intrigante, una storia ricca di azione e colpi di scena, una vera avventura, una di quelle che al cinema si vedono sempre meno, che richiamava alla memoria i fasti di Indiana Jones. E invece si resta semplicemente un po’ delusi, e di fronte a Tintin viene in mente un vecchio proverbio.. Tanto fumo e poco arrosto.



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