Magazine Economia
di Gianluca Marchi
Guido Crosetto è uno dei pochi esponenti di punta del Pdl abituato a parlar chiaro e a dire pane al pane e vino al vino. L’altro a mio parere è Giancarlo Galan, al quale si potranno addossare molte colpe, ma non che le sue dichiarazioni siano allineate e coperte. L’ultima, l’ex governatore del Veneto ed ex ministro, l’ha detta sul problema che sta agitando il Pdl: “Le tessere son tutte false. Non ho mai incontrato in vita mia un elettore dle nostro partito che fosse anche tesserato!”. A occhio e croce, visto ciò che sta emergendo, non deve avere
tutti i torti.
Ma torniamo al gigante Crosetto, la cui origine imprenditoriale probabilmente non gli permette di essere diplomatico. Ricordiamo ancora le sue battaglie contro il ministro “dio in terra” Giulio Tremonti, tutt’altro che campate in aria. Abbiamo ben visto, infatti, dove ci stava portando la politica tremontiana. Ieri il deputato piemontese ed ex Sottosegretario ha fatto questo discorso: «Mi fa molto piacere che anche Banca d’Italia si sia finalmente accorta di due fatti fondamentali: che il Paese sia in recessione e che le banche stiano strozzando le imprese e le famiglie. Sul primo punto penso però si sbaglino perché‚ la perdita di Pil quest’anno sarà superiore a quella ipotizzata da Visco. Senza pessimismo ma con realismo suppongo che perdere solo il due per cento sarebbe già un risultato buono. Sul secondo punto, sarebbe bastato parlare con qualunque artigiano, commerciante o libero professionista per sapere ciò che Visco dice dal pulpito di Bankitalia: le banche stanno uccidendo il sistema imprenditoriale italiano». Come? Aggiunge Crosetto alla sua analisi: «Riducendo i fidi non dando credito alle nuove iniziative, chiedendo garanzie che superano i fidi accordati, cercando di eliminare totalmente qualunque rischio di impresa nell’erogazione del credito alle piccole e medie imprese ed alle famiglie».
Secondo Crosetto, invece, le banche «continuano a finanziare in grande quantità i grandi gruppi di amici senza garanzie reali e senza ritegno. Poiché‚ non è possibile alcun intervento legislativo che obblighi le banche ad assumersi rischi in modo serio, a valutare ogni richiesta con attenzione e tenendo conto della storia delle aziende e delle persone, a fare il loro lavoro, insomma, solo la Banca d’Italia ed il governo possono fare qualcosa, in termini di moral suasion». L’ex sottosegretario del Pdl ritiene che «il Parlamento dovrebbe invece, se volesse riacquistare centralità e credibilità, occuparsi della gestione delle banche e delle fondazioni, con una seria commissione d’inchiesta».
In linea di principio mi sento di condividere tutto quanto detto da Crosetto, salvo forse sull’opportunità di una commissione d’inchiesta parlamentare, che nella storia hanno riempito scaffali di faldoni senza grandissimi risultati, ma potrei anche sbagliarmi. Forse, sentendo il fiato sul collo di una commissione fatta da ente con le palle e non da quattro sfessati, le banche potrebbero anche ripensare il proprio comportamento.
Comunque, ciò che è molto condivisibile nel discorso di Crosetto è che questa celebratissima Banca d’Italia, chiunque la governi, fa dei grandi discorsi condivisibili, che tuttavia sembrano la scoperta dell’acqua calda. Il neo governatore dice che le banche italiane hanno stretto troppo il credito a imprese e famiglie e tutti ad assentire ciondolando i capoccioni carichi di stipendi d’oro e di prebende come se avesse parlato l’oracolo. E anche tutta o quasi la grande stampa nazionale si affretta a dedicare titoloni alla cosa più scontata e risaputa di questo povero e sgangherato Paese.
Non uno che si sia alzato a dire: mettiamo un po’ di pepe al culo a queste banche di m… Quindi, evviva Crosetto. Almeno per oggi. fonte
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