In America, paese in cui il consumo di e-book ha
sorpassato il cartaceo in alcuni segmenti letterari, non solo la questione non
ha trovato degna risoluzione, ma è al centro di un animato dibattito a
colpi di lettere aperte e frecciatine varie tra l’Association of
American Publishers e l’American Library Association. In sostanza, le biblioteche chiedono di non essere tagliate
fuori dalla rivoluzione digitale e di essere così salvate dal periodo di grossa
crisi che stanno attraversando. Per contro gli editori rispondono che, nonostante la volontà
di diffondere gli e-book, non è stato ancora trovato un metodo efficace che
protegga gli autori (e le case editrici stesse) e garantisca ai lettori un
prodotto originale e non contraffatto. Ogni casa editrice sta cercando la
soluzione più congeniale per i suoi prodotti, ma, per adesso non si va
al di là degli esperimenti. Non si può dire che la situazione in Inghilterra sia migliore. Nonostantele parole del ministro della CulturaEd Vaizey, che vede nel prestito digitale un sistema per trasformare il modo in cui la gente utilizza le biblioteche, c’è molta strada ancora da percorrere. Prima di intraprendere qualsiasi manovra ha infatti richiesto una dettagliata analisi governativa sul prestito degli e-book, mettendo al vaglio i pro e i contro, per poter poi stilare un’efficace strategia nazionale che possa accontentare tutti: bibliotecari (che cercano un elisir anticrisi), lettori (che sperano nella modernizzazione delle biblioteche), autori (che aspettano di ricevere le royalty dalle versioni digitali dei loro libri), editori (che vogliono veder ben protette le opere che hanno selezionato e promosso). E in Italia? Qual è la situazione? Anche da noi la situazione sembra ben lontana dall’essere risolta. Come per gli altri paesi, ci si muove nell’ambito della sperimentazione, cercando soluzioni che vanno dal prestito dello stesso e-book reader agli utenti, alla formazione di biblioteche digitali, con un’ampia scelta di titoli, tutti dotati di DRM²
La biblioteca di Cologno Monzese è stata
la prima, e la sua scelta di prestare non il libro ma lo strumento che serve
per leggerlo è apparsa non solo positiva, ma anche ben accolta dagli utenti. Un
modo per entrare nell’era digitale, ma anche per offrire maggiori servizi ai
propri “clienti”. In più, molte case editrici poco note o considerate di
nicchia, e autori semisconosciuti, hanno trovato un trampolino di lancio per
farsi conoscere a nuovi lettori. Ma, nonostante questa bella prova, resta
il fatto che, come per l’America e l’Inghilterra, le grandi case editrici non trovano
una valida soluzione alla protezione dei loro libri, visto che il Social DRM (o DRM leggero) non scongiura il pericolo della pirateria.
L’altra soluzione sperimentata è quella di Media Library OnLine, il primo network italiano di biblioteche digitali pubbliche. Vai sul sito, scegli il titolo che ti interessa, clicchi e lo scarichi. Hai 14 giorni di prestito, dopo i quali il DRM di Adobe lo cancella, proprio come se la biblioteca te lo ritirasse. In Trentino e in altre parti d’Italia, sono già molte le adesioni di biblioteche più o meno grandi, che hanno scelto questo sistema per la diffusione del digitale.
Un modello analogo è stato poi sviluppato
in collaborazione con BookRepublic, libreria italiana online
dove acquistare libri in formato digitale. Il prestito dei libri messi a disposizione non
sarà più a termine, ma illimitato, ovvero, l’utente potrà tenere per sempre il
libro che ha scelto tra un’offerta di 4 mila titoli. Un DRM leggero cercherà di
limitare la pirateria e lascerà libero l’utente di sfogliare ogniqualvolta lo
desidera il testo. Piccoli passi verso la diffusione dell’e-book
anche nelle biblioteche, ma che rimangono ancora a un livello sperimentale,
promosso in poche biblioteche se si conta il numero di quelle sparse su tutto il territorio.
¹ da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_Gutenberg ² da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Digital_rights_management






