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Le carte false del professore: ora ci vende la “redenzione”

Creato il 24 giugno 2012 da Albertocapece

Le carte false del professore: ora ci vende la “redenzione”Non è un mistero: per sperare di passare l’estate e arrivare al 2013, Monti ha bisogno di non tornare a mani vuote dal prossimo vertice di Bruxelles. Cosi si sta arrabattando tra la sua personale adesione alla linea Merkel, seguita finora senza alcun realismo e il fronte Hollande che ha questo punto comprende anche Rajoy, per cercare di trovare qualche pertugio dal quale spuntare in veste di “statista” piuttosto che di necroforo dello stato.

Il pericolo è che in questa ansia di tornare con un risultato spendibile, quanto meno dal punto di vista mediatico, il professore torni a Roma con qualche carta falsa, nella speranza, anzi nella quasi certezza che la politica non vada a scoprire il bluff. Il quinto asso in realtà è già sul tavolo, ed è tutto di fabbricazione tedesca,: si chiama Debt Redemption Fund e già nel nome richiama l’idea dell’espiazione. Nei fatti è un disastri annunciato, anche se può essere venduto come un’ottima cosa.

La “redenzione” si presenta come un’alternativa agli eurobond e consiste in una forma di condivisione del debito solo nell’apparenza, mentre nella sostanza è un colpo letale alle economie più deboli. Questo fondo infatti di propone di raccogliere i titoli sovrani degli stati per la parte del debito pubblico che eccede il 60% del pil con la garanzia collettiva di tutti i Paesi dell’unione compresi quelli forti. Questo consentirebbe al fondo di emettere a sua volta titoli che presumibilmente potrebbero essere venduti sul mercato con interessi relativamente bassi.

Ottima idea se non fosse che i singoli stati dovrebbero pagare intanto alcuni balzelli fiscali, dovrebbero rimborsare i titoli depositati all’interesse originario, dunque molto alto e nel contempo – così come era previsto dal fiscal compact- restituire in vent’anni il capitale e interessi. L’Italia ad esempio, potrebbe conferire al fondo una cifra intorno ai mille miliardi, dovendone pagare ogni anno 50 in conto capitale e 40 in quota interessi.  Una stangata enorme. Ma non basta: ci sarebbe sempre bisogno di rifinanziare l’altra metà del debito pubblico, però dal momento che il debito conferito al fondo è privilegiato, ovvero va pagato prima di ogni altra cosa, è chiaro che i titoli estranei al fondo verrebbero venduti sul mercato a interessi certamente più alti degli attuali. Così’ che alla fine si dovrà sborsare un’altra sessantina di miliardi all’anno per interessi, nel caso più roseo.

E’ del tutto evidente che l’effetto ristoratore non potrà che essere momentaneo per poi dare luogo a un ulteriore effetto recessivo, ancora più radicale, mentre tuta l’operazione sarebbe enormemente vantaggiosa per le banche o lo stato tedesco o dei Paesi forti. Inoltre il meccanismo è una carta falsa anche sul piano dell’integrazione perché alla fine la parte di debito eccedente il 60% finirebbe tutto nelle banche nazionali ottenendo come effetto una ulteriore divisione del continente.

Certo l’operazione massacro potrebbe dare respiro per qualche mese al governo e alla costellazione politica che lo sostiene fino ad arrivare alle elezioni: solo dopo si scoprirà che ogni anno occorre pagare il 10-12% del pil ogni anno solo per soddisfare i creditori e l’Europa. il che pone molti dubbi sulla solvibilità futura del Paese, mettendo concrete basi per il default. Ma questo solo dopo che l’oligarchia si sarà assicurata i posti al sole. Perché di fatto un’adesione a un simile meccanismo costituisce un’espropriazione della sovranità e della democrazia per ciò che concerne le decisioni di bilancio. Una manna per i vecchi volponi corrotti e i nuovi politici di origine quizzettara, un inferno per gli italiani.


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