Le cellule staminali del cordone ombelicale sono una risorsa preziosa ed utile: secondo quanto dichiarato dal Ministero della salute nel Decreto del 18 novembre 2009, l’uso autologo delle cellule staminali cordonali può rappresentare un valido trattamento contro numerose patologie, in primis quelle appartenenti al ceppo delle malattie ematiche (leucemie e linfomi). Ma uno studio della Duke University lascia spazio ad altre considerazioni: le cellule staminali del cordone saranno utili nel trattamento dell’autismo? Scopriamolo insieme.
Le cellule staminali del cordone sono staminali di elevata qualità, vitali, e compatibili al 100% con l’individuo da cui sono state prelevate: ciò significa che, se al momento del parto si avvia una procedura di raccolta e conservazione del sangue contenuto nel cordone ombelicale, si conserva una risorsa preziosa che potrà essere utile nel trattamento di numerose patologie che potrebbero presentarsi nel corso della vita.
Le staminali del cordone, però, non sono compatibili solo con l’individuo da cui sono state prelevate ma anche con i genitori e con i fratelli: con i primi vi è una compatibilità fino al 50%, con i fratelli, invece, la compatibilità può toccare anche il 25%, perciò l’uso delle staminali cordonali non è esclusivamente autologo ma può essere anche allogenico.
Il trapianto autologo di cellule staminali del cordone è un tipo di trapianto in cui le cellule staminali contenute nel cordone ombelicale (e precedentemente raccolte e conservate) vengono infuse nell’individuo da cui sono state prelevate: su questo trattamento è stata documentata una comprovata efficacia, soprattutto per alcune patologie (secondo il Decreto ministeriale del 2009 si tratta di 80 malattie), tra cui leucemie e linfomi.
Ma uno studio della Duke University fa emergere un altro dato importante: infatti, presso la Duke University negli Stati Uniti è attualmente in fase di studio anche un altro filone di ricerca rivoluzionario, ovvero quello sul trattamento dell’autismo. Nella ricerca, coordinata da Joanne Kurtzberg, si è deciso di sperimentare il trattamento anche su pazienti autistici, in due distinte fasi: nella prima fase è stato utilizzato il trapianto di cellule staminali cordonali nei bambini, e in una seconda fase anche con il trapianto anche negli adulti di cellule provenienti da donatori.
Il progetto, però, è ancora in fase di sperimentazione ed ha generato non poche critiche e polemiche.