Le cellule staminali contenute nel cordone ombelicale sono di grande importanza: lo conferma uno studio clinico della Duke University, che ha trattato con infusione di staminali cordonali la paralisi cerebrale infantile in una bambina italiana.
Sono circa 80 le patologie che il Decreto Ministeriale 2009 ha indicato come passibili di trattamento per mezzo delle cellule staminali del cordone ombelicale: nel documento, che rappresenta un punto di riferimento utile, sono contenute le malattie per il cui trattamento è indicato il trapianto di cellule staminali con documentata e comprovata efficacia.
Le malattie a cui si fa riferimento appartengono al grande ceppo delle malattie del sangue, come ad esempio leucemie e linfomi, ma vi sono anche altre patologie che di recente sono state aggiunte al documento: si parla, ad esempio, di Sindrome di Down, di Neurofibromatosi di Tipo I, di Immunodeficienze acquisite, patologie gravi che sono state inserite nell’aggiornamento del 22 aprile 2014, recante il titolo Modifiche e integrazioni al decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 18 novembre 2009.
Ma non solo: l’uso delle cellule staminali del cordone ombelicale precedentemente raccolte e conservate si è rivelato utile anche in uno studio clinico della Duke University, un trial che si basa sull’infusione di cellule staminali autologhe.
Al trial clinico della Duke University negli Stati Uniti ha anche partecipato una bambina italiana, che ha potuto accedere al trattamento per mezzo delle sue stesse staminali prelevate dal cordone ombelicale e conservate: la bimba, che soffre di paralisi cerebrale infantile, ha ricevuto due infusioni e, sebbene i medici intendano andarci con i piedi di piombo, sembrerebbe proprio che il trattamento stia portando i risultati sperati.
Ciò fa comprendere e conferma ancora una volta l’importanza della conservazione del cordone ombelicale: il sangue prelevato dal cordone, infatti, contiene un elevato numero di cellule staminali di diverso tipo, di elevata qualità e molto vitali, che rappresentano una risorsa importante e preziosa perché consentono di trattare, per mezzo di trapianto, numerose patologie gravi, e, a quanto pare, non solo le malattie del sangue come leucemie e linfomi.