Le cellule staminali potrebbero essere utili nel trattamento dell’epilessia in tutti quei pazienti che, ad oggi, non rispondono in maniera corretta al trattamento tradizionale per mezzo dei farmaci. L’epilessia è una patologia che colpisce oggigiorno circa 65 milioni di persone in tutto il mondo, molte delle quali faticano a trovare un rimedio per tenere a bada i sintomi della malattia. Il trattamento con staminali potrebbe essere una alternativa valida, ma è necessario che la ricerca vada avanti.
La ricerca è stata eseguita dai ricercatori della Harvard University, i quali hanno pubblicato i sorprendenti risultati positivi nella rivista Cell Stem Cell, dedicata alla ricerca ed all’innovazione nel trattamento dell’epilessia con cellule staminali.
I ricercatori sono partiti dal presupposto che nei pazienti affetti da epilessia – una malattia neurologica che si presenta con sintomi specifici, come ad esempio perdita di coscienza improvvisa e movimenti simili a convulsioni – gli interneuroni (neuroni collocati all’interno del sistema nervoso centrale ed utili per la loro capacità di modulare la trasmissione sinaptica) si presentano in numero inferiore, e pertanto insufficiente, rispetto a quanto accade nelle persone sane.
Pertanto, l’obiettivo della ricerca pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell, è stato quello di ripristinare il funzionamento degli interneuroni attraverso un trapianto di neuroni derivati da cellule staminali, nel cervello di alcuni topi che si sono dimostrati resistenti ai farmaci tradizionali per il controllo dell’epilessia. Interferendo nel funzionamento degli interneuroni è stato così possibile generare una diminuzione delle scariche epilettiche.
Una scoperta importante, che in futuro potrebbe rappresentare passi in avanti per il trattamento dell’epilessia in quei pazienti che, ad oggi, mostrano resistenza al trattamento con i farmaci tradizionali per il controllo dei sintomi di questa patologia.
Occorreranno, tuttavia, anni di studio e sperimentazione per poter definire questo trattamento come alternativo al trattamento tradizionale: bisognerà purificare queste cellule ed ottenere dei risultati ottimali anche nel trattamento dei primati. Poi, si potrà pensare ad una possibile estensione di questo trattamento con le cellule staminali anche per l’uomo.