Magazine Economia
Martedì 7 febbraio Ben Bernanke ha riconfermato l’impegno della Federal Reserve, la banca centrale statunitense, nel fare il possibile per evitare che la crisi finanziaria penalizzi l’economia degli Stati Uniti.
“Teniamo la situazione sotto controllo e studiamo misure per proteggere il sistema finanziario americano e l’economia – ha dichiarato Bernanke, che è rimasto prudente riguardo alle prospettive economiche del paese. Riferendosi alla pubblicazione, venerdì scorso, del rapporto sul tasso di disoccupazione, che sarebbe il più basso degli ultimi tre anni, ha usato toni misurati: “Abbiamo ancora molto da fare prima di poter dire che il mercato del lavoro
si sta comportando normalmente.”
In realtà l’economia americana è già penalizzata e i dati che vogliono la disoccupazione ai livelli più bassi degli ultimi tre anni sanno tanto di propaganda elettorale pro-Obama.
Un interessante commento sulla reale situazione economica negli Stati Uniti viene dal sito The economic collapse blog.com : “La crisi finanziaria del 2008 è stata solo un esercizio di riscaldamento per lo spettacolo di orrore economico che sta arrivando. Nessuno dei problemi che hanno causato la crisi del 2008 è stato risolto e finanziariamente siamo ancora più deboli di quanto non lo fossimo allora.
Le banche “too big to fail” sono oggi più grandi che mai. Il totale delle attività dei 6 maggiori istituti di credito del paese è aumentato del 39% tra il 30 settembre 2006 e il 30 settembre 2011.
Se oggi queste 6 banche fallissero, il disastro per il nostro sistema finanziario sarebbe ben peggiore di quanto non lo fosse stato nel 2008.
Gli americani gestiscono le carte di credito come se il futuro non esiste. Nel 2011 hanno addebitato sulle loro carte di credito un totale di 2,5 triliardi di dollari (1 triliardo equivale a mille miliardi di miliardi).
Alcuni americani pagano le note delle carte di credito ogni mese, ma troppi non lo stanno facendo.
Negli ultimi anni il reddito medio familiare è diminuito costantemente. Decine di milioni di famiglie americane sono ridotte o si stanno riducendo in povertà.
Nel 2000 un americano su nove viveva in povertà. Oggi il rapporto è di uno su sette.
Nel 2008 e nel 2009, milioni di americani improvvisamente hanno perso il loro lavoro. Poichè non avevano risparmi, molti di loro hanno perso la casa, passando da una situazione di solida classe media al ritrovarsi sulla strada nel giro di pochi mesi.” fonte
Possono interessarti anche questi articoli :
-
E’ bene che vi dica subito che questo articolo vi lascerà...
E’ bene che vi dica subito che questo articolo vi lascerà molti dubbi, è inevitabile, perché io stesso non ho certezze e forse nessuno al mondo in questo moment... Leggere il seguito
Da Pukos
ECONOMIA, FINANZE -
Gemme che non diventano gioielli: i diamanti industriali
Quasi tutte le persone, quando parlano di diamanti hanno in mente i gioielli e le gioiellerie, ma in realtà questi straordinari materiali, i più duri del... Leggere il seguito
Da Metallirari
ECONOMIA, INVESTIMENTI, SOCIETÀ -
I più grandi produttori di tungsteno del mondo
Il tungsteno, conosciuto anche come wolframio, è comunemente usato per produrre cavi elettrici e contatti elettrici, ma è anche usato nella saldatura, nelle... Leggere il seguito
Da Metallirari
ECONOMIA, INVESTIMENTI, SOCIETÀ -
Vendite concentrate sul finale Svetta ancora Banca MPS, b...
Vendite concentrate sul finale Svetta ancora Banca MPS, bene anche A2A e Campari. Sul fondo Stm, Azimut e Finmeccanica, giù l’intera galassia Agnelli. Leggere il seguito
Da Pukos
ECONOMIA, FINANZE -
Borse americane in recupero Unitedhealth miglior titolo e...
Borse americane in recupero Unitedhealth miglior titolo e record storico, bene anche P G e Coca Cola. In calo solo Caterpillar. Sul Nasdaq sale Alexion Pharma... Leggere il seguito
Da Pukos
ECONOMIA, FINANZE -
Cos’è questo Rating?
Spesso leggo e sento parlare di rating, abbassamento del rating, declassamento etc. a grandi linee so di cosa si tratta, ma visto che dove non arriva la... Leggere il seguito
Da Tradinginrosa
ECONOMIA, FINANZE, PER LEI