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Le chiavi per essere soddisfatti del propio lavoro

Da Psychomer
by Matteo Radavelli on settembre 16, 2011

Alcuni recenti sondaggi dimostrano come un terzo dei lavoratori non sia soddisfatto del proprio lavoro. Molti sognano di cambiarlo. Certo sognano, perchè prima di cambiare lavoro se ne dovrebbe prima trovare uno, cosa non troppo semplice di questi tempi.

La soddisfazione lavorativa è fondamentale, non solo perchè aumenta la nostra prestazione, ma anche perchè migliora la qualità della vita. Va da sè che se si passa la maggior parte della giornata lavorando e non si è felici il passo verso l’insoddisfazione personale è breve.

Ogni lavoro è chiaramente diverso, ma gli psicologi hanno individuato degli aspetti universali che spesso risultano determinati sul livello di soddisfazione:

1 pochi fastidi

se chiedete ad un medico quale sia la parte più pesante del suo lavoro la risposta vi stupirà. Da quanto emerge da una ricerca il primo posto non è occupato dal dover comunicare una malattia potenzialmente mortale o una in fase terminale, bensì dal dover sbrigare le pratiche burocratiche ed amministrative.

La soddisfazione lavorativa è estremamente sensibile ai piccoli problemi quotidiani (soprattutto se monotoni e ripetitivi) e molto più resistente alle singole situazioni stressanti. Il manager ideale dovrebbe pertanto conoscere cosa crea l’orticaria (nel limite del possibile) ai suoi dipendenti ed alleviarli da questo peso.

2 la percezione della retribuzione equa

qualunque sia il lavoro il pagamento deve essere equo. Maggiore è la differenza tra ciò che si pensa di dover guadagnare e ciò che si guadagna realmente maggiore sarà l’insoddisfazione. E’ tutta una questione di percezione.

3 raggiungimento

ci sentiamo più soddisfatti quando otteniamo un risultato e ne abbiamo le prove tangibili. In molti lavori, essendo parte di qualcosa di più grande, è spesso difficile rendersi conto del proprio contributo e questo pesa psicologicamente. Fermiamoci a guardare il prodotto finale, consapevoli di avervi contribuito.

4 feedback

non c’è nulla di peggio che non sapere se si sta o meno facendo un buon lavoro. In termini di soddisfazione non esistono buone o cattive notizie, poichè (anche nel caso inizialmente fosse brutta) tutto ci servirà in futuro per ottenere risultati migliori. Una pacca sulla spalla può far tornare il sorriso.

5 complessità e varietà

più ciò che facciamo ci impegna più ci piace. Più ciò che facciamo varia più ci piace. Questi sono due aspetti cruciali per la stimolazione e della motivazione.

6 controllo

alcune cose sono da fare e basta, ma è altettanto vero che quando il proprio operato è controllato da qualcuno si lavora meglio… e le ricerche dimostrano che si è anche più soddisfatti. Chi non riceve controlli tenderà a ridurre la sua efficienza o, ancor più grave, la voglia di fare.

7 supporto organizzativo

ogni lavoratore vorrebbe sapere che il suo capo e la sua azienda si prendono cura di lui, mettendogli a disposizione l’organizzazione necessaria per compiere al meglio il suo lavoro. Maggiore è il supporto organizzativo fornito, maggiore sarà la soddisfazione.

8 non lavorare in casa

avere un luogo di lavoro è fondamentale. Mischiando i luoghi di relax con quelli lavorativi spesso si finisce per confondere le due cose, senza capire dove finisce uno ed inizia l’altro. Per chi svolge un lavoro da casa è pertanto fondamentale ritagliarsi una stanza-ufficio, da adibire solo al lavoro.

E’ davvero così difficile essere soddisfatti sul posto di lavoro?

Ogni persona ha dei livelli ed una percezione della soddisfazione differente. C’è chi si accontenta e chi no. Alcune ricerche dimostrano che con l’aumentare dell’età e dell’esperienza lavorativa si tende anche ad essere più soddisfatti, ma sono ancora dati preliminari. Vedere per credere.

E tu sei soddisfatto del tuo lavoro?

- Fonte PsyBlog


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