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Le conseguenze dell'amore

Creato il 16 novembre 2010 da Pim

Le conseguenze dell'amore Lugano. Titta Di Girolamo vive da otto anni in un albergo anonimo, conducendo un'esistenza solitaria, nell’immobile attesa di qualcosa o di qualcuno. È un uomo senza qualità apparenti, metodico al limite dell’ossessione. Parla poco, fuma molto, osserva impassibile la vita che gli scorre davanti. Di notte non dorme, di giorno annota progetti per il futuro. E cela segreti inconfessabili. Ma l’amore è una possibilità che comporta sempre delle conseguenze...

La trama si avvolge con andamento circolare intorno alla figura del protagonista, il quale, a mano a mano, rimane intrappolato tra i nodi degli eventi. C’è qualcosa di beckettiano in quella presenza incomprensibile, fatta di silenzi laconici, di consuetudini immutabili, che si è arenata in una valigia colma di denaro. E qualcosa di shakespeariano in quello strapparsi dal limbo per andare incontro, lucidamente, consapevolmente, alla sorte.

Le conseguenze dell'amore entra dentro piano piano, ma il gioco di apparenze che progressivamente si svelano intriga e appassiona in modo irresistibile. Perché le nostre stesse esistenze si nutrono di finzioni. Perché l’equilibrio che fortemente desideriamo è fugace, illusorio. Perché ciascuno tiene nascosto in sé un mistero che non prevede rivelazione.

Il film è di una bellezza rarefatta, ben sottolineata dalla fotografia livida e dall’elettronica glaciale della colonna sonora. Lunghi piani sequenza, inquadrature inconsuete, lunghe pause silenziose, dialoghi secchi ed efficaci si fondono a scavare nella pellicola un senso di disturbante, fascinosa inquietudine. Toni Servillo riesce a dare incredibile intensità all’amimia compassata del proprio personaggio. E gli occhi azzurrissimi di Olivia Magnani incarnano splendidamente la fragilità del coinvolgimento affettivo, un salto nel buio dall'epilogo inevitabile.

Le conseguenze dell’amore, di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini (Italia, 2004, 100’). Martedì 16 novembre, Rete4, ore 0,05.


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