Le "contraddizioni"

Da Lara


Se noi vogliamo capire qualcosa, se vogliamo renderci conto di quello che succede nella nostra esistenza, sarà solo il sentimento a farcelo capire, sarà solo un amore violento, una passione, magari una gelosia, ma che ci apre degli enormi squarci sulla realtà. 

Io posso dire che, quando una persona vive i propri sentimenti, uno se ne può anche accorgere, perché dal mio punto di vista è anche una persona più buona, perché ha conosciuto delle cose, ha conosciuto quelle che si chiamano le "contraddizioni". 


E l'uomo vive nelle contraddizioni. Ma lui le ha conosciute e la sua forza sta nel saperle accettare, nel saperle, diciamo, in un certo senso amministrare, nel saperle confrontare, nel saperle anche accettare. 

L’uomo viene gettato nel mondo e deve accettare di vivere con angoscia la sua esistenza. Ora qualcuno mi potrà dire: ma perché alcuni sono presi dall'angoscia e altri no? Non è facile rispondere. Certo si può dire che forse c'è un problema di sensibilità, per il quale, per esempio, alcune persone non si fanno mai delle domande. Vivono tranquillamente una vita all'esterno, si accontentano di quello che succede, e la loro vita scorre. Nessuno può biasimare questa modalità. 


Ma ci sono invece poi delle persone che si fanno delle domande. E siccome a queste domande non si può mai rispondere, proprio la mancanza di risposta può generare l'angoscia. 

E allora l'angoscia diventa uno strumento significativo. Io punto molto su questi aspetti, perché la persona sofferente crede di essere la persona più disgraziata del mondo: in realtà quella sofferenza diventa quella spina che è nel fianco, oppure che è dietro la nuca, ci impedisce di dormire e quindi ci spinge verso la conoscenza, ci spinge a capire cose, che altrimenti non avremmo mai capito. 


Una persona angosciata, secondo il mio punto di vista, ha un tipo di nobiltà che la persona che non conosce angoscia, non ha mai avuto né potrà mai avere. Naturalmente è un tipo di nobiltà che la persona angosciata ha: questo tipo di nobiltà ha un prezzo molto alto. Io non potrei dire se vale la pena o non vale la pena di pagarlo, però so che bisogna pagare questo prezzo.

Dall'intervista: "I sentimenti" - Roma, Dear, 11 luglio 1996 in Psicoterapia corporea a cura del dott. Gianfranco Inserra

  


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