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Le cose che non ci si può lasciar sfuggire

Da Frankezze

Le cose che non ci si può lasciar sfuggire

Delle volte mi capita di non riuscire ad afferrare le cose che accadono.
Come se fossero troppo veloci per rientrare nella mia percezione.
E, passato qualche mese, tendessero a scomparire.
Al punto che potrebbero essermi successe, ma potrebbero anche appartenere al racconto di un amico.
È lo stesso.
Come se non ci fossi stato.
O come se quelle cose non fossero mai accadute.
Che quando si tratta di cazzate va anche bene.
Ma quando sono in ballo delle cose importanti non va per niente bene.
E allora in quei casi, nei casi delle cose importanti, ho bisogno di prendere una pausa.
Una vera pausa di riflessione, in cui rimetto assieme i pezzi.
Ricostruisco quando accaduto e quel qualcosa magicamente diventa reale.
Non so perché mi succede.
Sarà colpa del ritmo della vita, sempre più veloce.
O forse è solo colpa mia, visto che sono lento.
Ma in ogni caso a me, queste pause, non dispiacciono per niente.
Quindi, visto che ci sono, metto assieme due o tre pezzi per fissare il concerto dell’altra sera.
Un concerto che proprio non si merita di essere dimenticato.
Per diverse ragioni.
Perché è stato un investimento. E in periodi di magra gli investimenti non passano inosservati.
Perché ho i segni di 23 punture di zanzara sparsi in tutto il corpo.
Ma soprattutto perché quello dell’altra sera è stato un concerto come si deve.
E poi gli Arcade Fire dal vivo ancora non li avevo visti.
E quindi, mettendo assieme quei tre pezzi di cui prima, memorizzerò il concerto dell’altra sera come quello in cui mi sono ripromesso di riprendere ad andare ai concerti un po’ più assiduamente.
In cui ho riscoperto un pezzo bellissimo, che non riesco a smettere di ascoltare.
In cui una persona importante ha subito un evento terribile.
In cui un certo Matteo Bordone mi ha versato un’intera birra sul piede.
E, non da meno, quello in cui ho compiuto i 100 metri più gloriosi della mia storia recente.
In una vera pista da corsa.
Con al fianco due compagni d’impresa.
E l’agonismo nel cuore.

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