Giorgio Bonacini – premio Montano 2010 – Carte nel vento
Su “Le costrizioni”
di Giovanni Turra Zan
Chi scrive (e in particolare chi scrive poesia) sa che ciò che fa si genera e si rigenera continuamente, nello sforzo di aprirsi una via verso il senso. La strada non è mai libera e il percorso è sempre accidentato, ostruito da condizioni materiali e formali che devono essere affrontate, mai aggirate, se si vuole veramente stare dentro il pensiero e la vita della poesia. E’ in quel preciso luogo che stanno le costrizioni che danno il titolo a questa raccolta. Turra Zan è un autore consapevole che le asperità e le difficoltà non possono essere diluite o evitate; anzi, bisogna rendere libera, e qualche volta necessaria, l’accoglienza di ciò che si scrive sotto gli obblighi che la lingua impone: coniugare nella significazione il respiro ampio della voce con il soffio stringente della vita.
Il tutto dentro una scrittura che rifiuta la linearità semantica per coagularsi in un andamento di vuoti e di pieni, capace di far vedere e far sentire ciò di cui l’autore soffre o gioisce. Si tratti della propria solitaria presenza nel mondo o di una crisi affettiva, Turra Zan non dimentica mai che le tensioni emotive vanno risolte nella scrittura, con un desiderio sommerso e strozzato, dove la quotidianità di una pietanza in preparazione (udire il verso delle vongole che spurgano, ad esempio) si trasforma in una richiesta che cerca di percepire il dolore di un essere, qualunque esso sia.
Bisogna però disporsi anche con le proprie costrizioni di lettore a comprendere il modo il cui l’autore smuove la sintassi, stringe i suoni, organizza grumi di senso che stanno dentro le sue parole: in un quotidiano che sembra tenere oscura la lingua che lo dice, ma che in realtà porta a un moto di sovversione contro l’assuefazione al dolore. Una sovversione a volte sfilacciata, a volte incongrua, ma che è l’unica capace di prendere su di sé gli eventi che accadono e costringono il poeta (e tutti noi) a scegliere se andare o stare.
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Le Costrizioni – di Giovanni Turra Zan